Una storia lunga duecento anni incomincia con un Andrej Bole che acquista casa e terreni in  Piščanci, sui pendii che si inerpicano dal quartiere di Roiano fino alla strada che porta a Opicina, proprio nelle vicinanze del centro della città di Trieste. Qui la natura è ancora intatta: querce, castagni, carpini hanno ceduto parte del terreno per essere sostituiti da vigneti sistemati su terrazzamenti sostenuti da muri a secco, sono chiamati pastini questi appezzamenti terrazzati.

particolare dei pastini – zh čstopinice

Il lavoro di sistemazione, la fatica di salire e scendere le scale, la manutenzione dei muri, il lavoro manuale con le viti è giustificato dal terreno ideale per la coltivazione dell’uva, insieme al clima clemente, mite d’inverno e fresco d’estate, in virtù della brezza costante che soffia dal mare di giorno e da terra la notte.

Con il loro duro lavoro i Bole vivevano su quelle terre superando anche la maledizione dei parassiti, merito anche di un Luigi della famiglia, che salvò le viti spolverizzandole con lo zolfo, anche se in quei tempi non erano ancora note le proprietà dello zolfo! Anno dopo anno ogni membro della famiglia contribuì a potenziare e migliorare l’attvità agricola. Ma è Antonio che negli anni settanta del secolo scorso dà la svolta per la modernizzazione: si specializza nella sola viticoltura, sostituendo i terreni a pascolo con nuovi impianti a vite, accorpora alcune proprietà, promuove con altri viticoltori l’istituzione della marchio Carso Doc. Antonio va in pensione nel 1995 e passa il timone dell’azienda al figlio Adrej, appassionato, come il padre, del lavoro del vignaiolo. Andrej non ha abbandonato la linea degli antenati, continuando a coltivare Terrano, Malvasia, Vitovska e Glera, perché questi sono i vitigni vocati a questa terra e a questo clima.

uva Glera – Jeras

Del passato Andrej ci racconta che, quando era bambino, in famiglia si gestiva l’osmiza. Si tratta di un’istituzione tipica della zona, quando i produttori di vino aprivano temporaneamente un locale (riconoscibile dalla frasca che veniva esposta) in cui si serviva vino e cibo, principalmente salumi e formaggi. Nell’osmiza dei Bole il vino più richiesto era il rosso, anzi come lo si chiamava in sloveno, črmina, vino nero e cioè il Terrano-Teran. La mattina si incominciava a spillare da una botte da 600 litri, prima di sera, questa era vuota. La produzione di vino dei Bole finiva sempre prima della vendemmia successiva!

Oggi Andrej Bole coltiva e vinifica appunto Vitovska, Glera, Malvasia e Terrano. Sono tutti vitigni autoctoni, anche se in realtà la Malvasia è di origine probabilmente greca e comunque presente in tutto il Mediterraneo. Portata in Italia dai veneziani ha trovato nel Carso l’habitat ideale, diventando un’uva con caratteristiche tutte peculiari diverse da quelle d’origine.

I vini di Bole sono i vini del territorio, per cultivar e per tecnica di cantina. Tre bianchi e un rosso, tutti vini da sempre presenti in zona. Il Terrano – Črnin è il vino di casa, quello che si è sempre tenuto nella cantina dei Bole, quello che sul Carso triestino si è sempre considerato il vino rosso, questo si presenta di un bel rosso rubino con riflessi violacei, al naso profumo di frutti rossi di bosco, in bocca l’acidità tipica di un vino antico, rustico, ottimo corpo, si accompagna a salumi e piatti di carne ad una temperatura leggermente più fredda del solito vino rosso. E’ il vino che si beveva nelle osmize, quello che ricorda le domeniche sul Carso e le bevute tra amici davanti ad un piatto di salsicce con i crauti o con la Jota, da provare assolutamente!

Terrano

Il Glera – Jeras giallo paglierino leggermente scarico, nel naso un  profumo fruttato, fine e persistente tanto quanto al palato dove, con un leggero retrogusto di mandorla, esalta pietanze delicate di pesce, formaggi freschi e carni bianche, come pollo e coniglio. Un vino da riscoprire.

La Vitovska – Vitovska, ottimo bianco di sicure origini autoctone, si presenta giallo paglierino brillante, aroma di pera e salvia molto caratteristico. In bocca si apre con grande personalità, giustamente secco e con leggera acidità, sapido e di corpo, lunga persistenza del gusto. Da presentare in tavola, perchè no, già come aperitivo, con piatti di pesce, salumi e prosciutto del Carso.

La Malvasia – Malvazija ha trovato su questi pastini triestini una nuova vita, quella di Bole si veste di un bel giallo dorato. Al naso il caratteristico profumo aromatico dell’uva e fruttato, in bocca una piacevole scorrevolezza dovuta alla sua gradazione contenuta, secco e fresco, sicuramente molto gradevole. Da offrire anche come aperitivo e si sposa con antipasti di pesce, prosciutti crudi come il Carso e il San Daniele, risotti di pesce.

Le etichette di Bole, graficamente molto gradevoli, riportano la dizione slovena del vino, un modo per rimarcare la lunga tradizione di questa cantina del territorio.   U.B.

vigneti Bole a Piscianzi/Piščanci