di Anna Maria De Luca

Il cibo prima di tutto è una lingua che parla al cuore, un dialogo che inizia con la scelta degli ingredienti, si dipana tra i fornelli per poi svolgersi a tavola. È questa, più o meno, la sintesi di una cena di alto livello nell’hotel La Posta Marcucci, a Bagno Vignoni (Siena).

Grandi vetrate racchiudono la sala del ristorante affacciandosi sulla piscina termale e sulle colline. È una forma di ospitalità antica e molto professionale: la famiglia Marcucci già nella metà dell’800 gestiva una locanda con rivendita di alimentari e recapito postale a Bagno Vignoni. Un secolo dopo, negli anni Cinquanta, costruirono su una vigna spiantata l’hotel nel quale stiamo cenando.

Il sommelier David Falsetti, responsabile di cantina ci propone un sangiovese in purezza, un anno in botte grande, prodotto nella parte nord della val d’Orcia, nel comune di Montalcino. I vini di questo ristorante hanno una particolarità: a gennaio il sommelier seleziona quelli che più rispondono al carattere del luogo e fa creare l’etichetta per l’hotel. Dopo 12 mesi si ricomincia con altri vini. “Ho ideato questa modalità – ci spiega – perché voglio che i miei ragazzi si appassionino al vino e che il vino rappresenti la nostra immagine”.

Il sommelier David Falsetti

Con questo vino stasera accompagniamo gli antipasti. Vi suggeriamo la triglia fritta croccante con colatura di provola e caviale di melanzane e la tartare di vacca maremmana con maionese all’anice stellato e cavolo nero croccante.

Tra i primi, ne abbiamo scelti due da menu, ed uno dalla giornata: la ribollita con zuppe di stagione e cavolo nero.

Tra i secondi, la coda di rospo e un controfiletto di chianina con un bon bon di patate al sesamo nero, salsa al corallo di capasanta e una bieta croccante sbollentata e saltata in padella.

Infine, i dessert

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