Giuliano D’Ignazi, direttore tecnico della Cantina Terre Cortesi Moncaro di Montecarotto (AN)

Oltre 800 partecipanti hanno gremito le lussuose sale della Costa Atlantica al 67° Congresso Nazionale Assoenologi, partiti il 3 giugno dal porto di Savona verso Ibiza. Al congresso sono stati toccati temi di grande attualità come l’andamento climatico, il decorso della crisi economica, i mercati e le dinamiche per essere più competitivi. Una pagina particolare è stata scritta da uno dei relatori più attesi del convegno, Giuliano D’Ignazi, direttore tecnico della Cantina Terre Cortesi Moncaro di Montecarotto (AN), socio dell’Istituto marchigiano di Tutela Vini, che ha messo in evidenza le impegnative scelte produttive in primis dei viticoltori marchigiani derivate dal cambiamento climatico.

“È inutile negarlo, il clima è una delle componenti più importanti dei territori viticoli; la maturità, la scelta delle varietà, lo stress idrico e lo sviluppo delle malattie sono fattori influenzati dalle condizioni microclimatiche. Il riscaldamento globale – continua D’Ignazi – avrà certamente un impatto crescente sul vigneto italiano, europeo e mondiale”. “Anche i produttori marchigiani si confrontano su questa tematica che modificherà a breve l’intera industria enologica afferma Alberto Mazzoni, Direttore del Consorzio IMT – Le aziende vitivinicole non possono stare ferme ma devono innovarsi ed evolversi – continua il Presidente dell’Istituto di Tutela vini marchigiani Gianfranco Garofoli – Mutano il clima, le tecnologie, i mercati, tutto si trasforma ed allora le strategie produttive e commerciali devono adeguarsi di conseguenza”- conclude.

A fare da cornice al congresso oltre 120 tipologie di vini marchigiani che l’Assoenologi Sezione Marche, di cui Alberto Mazzoni ne è il Presidente, si è fatta carico di raccogliere e porre in degustazione per accompagnare momenti tecnici, conviviali e di brindisi. Presenti tutte le 20 denominazioni di origine regionale, dal Rosso Piceno al Verdicchio, alla Lacrima di Morro d’Alba alla Vernaccia di Serrapetrona. E’ stato un grande apprezzamento ricevuto da tutto il mondo enologico nazionale ed internazionale presente al congresso, che ha potuto testimoniare l’elevata qualità dei vini marchigiani ottenuta anche grazie all’attività di ricerca e promozione svolta dall’Istituto Marchigiano di Tutela vini. Un consorzio “giovane” quello dei vini marchigiani Il consorzio IMT controlla 16 denominazioni distribuite su tre provincie Pesaro-Urbino, Ancona e Macerata, con una superficie vitata di circa 9.000 ha, 1040 associati 200 imbottigliatori che commercializzano il 90% del vino marchigiano all’estero. L’Istituto trae la sua forza dalle sinergie con regione, provincie, enti locali e privati, nella consapevolezza di operare tutti assieme verso un unico obiettivo; quello di promuovere il “brand” Marche.

 Il consorzio coniuga una filosofia che promuove il territorio con azioni mirate per la promozione al fine di far conoscere i vini nel mondo. A monte di tutto nella filiera vinicola marchigiana vi è la svolta generazionale agevolata dal piano PSR che ha insediato di recente i giovani svecchiando le aziende, elevandone il livello culturale generale, aggiungendo entusiasmo e innovazione: l’età media infatti dei produttori marchigiani è al di sotto dei 45 anni. www.imtdoc.it

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