Oggi una bella giornata a Kitzbühel con il regolare svolgimento della prova di discesa libera, un austriaco che realizza il miglior tempo seguito dai due norvegesi Svindal e Jansrud, quarto l’italiano Hell. Nel dopogara chiediamo ad alcuni dei nostri atleti le impressioni e le previsione per la gara di dopodomani.

Il primo con cui parliamo è Innerhofer, malgrado il mal di schiena che lo tormenta ha raccolto già ottimi risultati e oggi può dire che la pista gli piace, malgrado la caduta, ha buone speranze di centrare ancora un risultato soddisfacente. Fermato continuamente dai tifosi che gli chiedono autografi e vogliono foto con il campione, ecco Dominik Paris, uno che ama questa pista, tutta, senza preferenze particolari e riusciamo a strappargli che gli piace molto perchè è una pista da brividi! Col sorriso sulla bocca promette che non si risparmierà di sicuro. Oggi è sceso tranquillo, Matteo Marsaglia, sempre sorridente e disponibile si dimostra meno istintivo di Paris e riconosce che la Streif regala soddisfazioni, ma anche tanto batticuore!

E il batticuore si può misurare e registrarlo e allora proviamo a descrivere i numeri di un campionissimo come Didier Cuche.

In partenza, concentrazione e le pulsazioni salgono lentamente da 100 a 150. Quando si apre il cancelletto hai un iniezione di adrenalina e le pulsazioni improvvisamente balzano a 190.

Mausefalle, dopo la partenza scendi veloce, due curve e sai che ti si presenta la Mausefalle (la trappola per topi!) dove le pulsazioni balzano ancora più su fino a toccare i 200 battiti.

Kompression, qui incontri la curva Panorama, cala di molto la velocità e quindi anche i battiti scendono a 180.

Steilhang, il momento topico per vincere o perdere, tra l’essere veloce e pennellare lo stretto passaggio. Puoi per la prima volta dalla partenza respirare un po’, il cuore batte a 170.

Brückenschuss, due curve leggere, con poco da spigolare. Un passaggio tecnico a 140 battiti.

Alte Schneise, un bel salto, ben realizzato, ma nessun particolare difficoltà, importante trovare la precisione della linea, e siamo a 150.

Lärchenschuss, dopo due curve si piomba sulla Lärchenschuss, anche qui importante prendere le misure giuste e il battito risale a 160.

Hausberg, da qui si incomincia a vedere il traguardo, importante impostare le ultime due curve per prendere la giusta velocità. La seconda è molto difficile, il cuore balza a 200.

Traverse, dopo il salto cieco della Hausbergkante, un’onda sulla Traverse, da schiacciare nel modo giusto e, anche se sai che non manca molto al traguardo, non vorresti mai arrivare sullo Schuss finale, hai il cuore in gola con i suoi 210 battiti.

Zielhang, sei almeno a  140 chilometri all’ora, normalmente di più. E ti attende al varco ancora il salto del traguardo, l’ultima difficoltà della pista: devi avere il massimo controllo per non rovinare a terra. Qui puoi vincere o perdere la gara (anche farti molto male, diciamo noi), ci stavamo quasi dimenticando del cuore ancora a 210 battiti.

Ziel, rallenti e freni, guardando subito come reagisce la gente, l’occhio al tabellone dei tempi, e se vedi che la luce è verde, vuol dire che hai fatto bene, sei in testa. Finalmente le pulsazioni scendono lentamente, scalando le linee verso il basso. L’emozione sotto la pelle e nella testa ti liberano da tutto e non ti ricordi più come batteva il cuore!

Così Didier e così anche gli altri, con il rumore delle pulsazioni  che rimbombano nelle orecchie, il vento che sferza la faccia e la voglia di essere già al traguardo… magari con il miglior tempo della giornata!

di U. Bellò e dalla descrizione della Streif di Cuche a Marco Büchel.

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