Belluno, il nuovo museo

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La città splendente (celtico “Bellodunum”) si arricchisce di un altro prezioso gioiello: Palazzo Fulcis, uno degli edifici più importanti del Settecento veneto, rinasce e diventa nuovo museo. Per il grande evento, il 27 gennaio, non poteva mancare il figlio più illustre del Cadore: arriva dall’Ermitage di San Pietroburgo, dopo oltre centocinquanta anni, la “Madonna Barbarigo”, capolavoro di Tiziano.

E’ sicuramente questa un’occasione irripetibile per scoprire la città di Dino Buzzati. Belluno è l’unico capoluogo in Italia il cui territorio fa parte di un parco nazionale, quello delle Dolomiti Bellunesi. Incorniciata da splendide montagne, la città sta puntando a valorizzare la propria identità dal punto di vista culturale. E lo sta facendo mettendo in campo una serie di interventi importanti: oltre alla completata ristrutturazione del Fulcis (costata otto milioni di euro, finanziati dalla Fondazione Cariverona), sta portando avanti il restauro di Palazzo Bembo, la futura apertura del Museo archeologico ed i lavori di ristrutturazione dell’Auditorium Comunale nell’antico Palazzo dei Vescovi-Conti. L’obiettivo è creare un triangolo della cultura assolutamente unico Per scoprire le bellezze della città, cominciamo da piazza Duomo (si lascia l’auto al parcheggio e ci si arriva con le scale mobili). Qui  si trovano gli edifici simbolo del potere civile e religioso:  il cinquecentesco palazzo dei Rettori, oggi sede della Prefettura, l’antico palazzo dei Vescovi (oggi auditorium), la Cattedrale di San Martino (secc. XV-XVI) con il campanile settecentesco progettato dall’architetto Filippo Juvarra. Ed infine la sede municipale nei due edifici: il Palazzo del Tribunale  e il Palazzo Rosso dell’architetto Giuseppe Segusini. Caratteristica è la piccola piazza delle Erbe, con la trecentesca fontana di San Lucano, che ospita il mercatino della frutta. Se poi volete vedere le case liberty progettate dall’architetto bellunese Riccardo Alfaré, spostatevi su via Caffi.

Tappa obbligata di una passeggiata nel centro di Belluno è  Piazza dei Martiri, cosi chiamata nel 1945 per ricordare il sacrificio dei partigiani che vi furono impiccati. Sin dall’Ottocento è il salotto della città, con i suoi portici, i caffè, il passeggio sul liston, i giardini, l’antica chiesa di S. Rocco (1561) e il neoclassico Teatro Comunale (1835) dell’architetto Giuseppe Segusini. Passata Porta Doiona (1289), antichissimo accesso alla città antica, si arriva a Palazzo Crepadona, del XV secolo, oggi centro culturale e sede della biblioteca. Continuando verso Porta Dante entriamo nel centro storico fino ad arrivare a piazza Castello, con la sua antica fontana, i giardini e i ruderi. Di fronte, oltre la vallata, si apre una vista sulla villa in cui nacque, nel 1906, Dino Buzzati.

Durante il restauro di palazzo Fulcis – tremila metri quadrati di spazio espositivo su cinque piani e 24 stanze  – è stata scoperta, nel cortile, una necropoli. All’interno del palazzo potete ammirare più di seicento opere realizzate tra il Medioevo e il Novecento (da Bartolomeo Montagna a Domenico Tintoretto, da Matteo Cesa ad Andrea Brustolon, da Marco e Sabastiano Ricci, ad Ippolito Caffi) ma anche preziose collezioni di porcellane, bronzi e placchette rinascimentali, raccolte di disegni e incisioni di altissimo pregio.

Una curiosità: Tiziano amò molto la Madonna Barbarigo, tanto da tenere il quadro nella sua casa-studio di calle dei Biri, fino alla morte. L’aveva dipinto intorno agli anni Cinquanta del XVI ed era diventato uno dei modelli devozionali più fortunati, replicati e copiati. Per questo, a Belluno ora è messo a confronto, per la prima volta, con un’altra importante versione autografa proveniente dal Museo di Belle Arti di Budapest, “La Madonna con il Bambino e San Paolo”, e con una delle più significative repliche di bottega “La Madonna con il Bambino e santa Caterina” dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, a lungo attribuita alla mano del Maestro. Quale migliore occasione per andare a scoprire Belluno?

Anna Maria De Luca

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