E’ stato il regno delle fiorenti Officine Ducrot. Qui vennero realizzati i mobili più pregiati dell’epoca Liberty compresi quelli destinati a Montecitorio e alle navi da crociera dei Florio. Poi per questa grande area industriale con decine di capannoni e attività a due passi dal Palazzo della Zisa, iniziò un lento declino culminato con l’abbandono degli spazi alla fine degli anni Sessanta. Oggi, mezzo secolo dopo, e dopo un cammino iniziato nel 1995 con il passaggio dell’area al Comune di Palermo, i Cantieri sono nuovamente tornati alla vita sotto il segno della cultura. Non a caso il primo grande fine settimana di eventi di Palermo Capitale della Cultura con uno degli eventi faro dell’Anno Europeo del patrimonio culturale attraverso il progetto “Palermo laboratorio del dialogo tra le culture”, avrà il suo cuore proprio qui dall’8 all’11 marzo con un calendario di concerti, incontri, convegni, mostre, la proiezione dei film vincitori del festival Migrarti, la presentazione di Migrarti cartoon e un grande gioco collettivo: U Game. I giocatori saranno chiamati a risolvere enigmi insieme alle organizzazioni che abitano i Cantieri, spaziando dalla musica, all’illustrazione fino ad arrivare alle culture straniere. I particolari della quattro giorni saranno presentati il 6 marzo alle 11,30 in una conferenza stampa a villa Niscemi.

Ma i Cantieri alla Zisa sono ormai un luogo vivo ogni giorno. Ad animarli sono le tante istituzioni culturali che lo popolano: l’Institut Francais di Palermo e il Goethe Institut che ogni martedì proiettano film in lingua originale. La Comunità Ellenica siciliana Trinacria che fa scoprire autori e segreti del mondo classico. E ancora: il nuovo Centro sperimentale di Cinematografia e il Centro internazionale di fotografia diretto da Letizia Battaglia dove, oltre alle mostre, si svolgono incontri con le scuole e corsi di fotografia per i ragazzi. C’è l’Istituto Gramsci con il suo archivio storico e le pareti tappezzate di libri e l’associazione Tavola tonda dell’Arci. C’è il teatro più piccolo di Palermo che non a caso si chiama “Teatrino” fondato da due giovani appassionati di recitazione e lo storico Ditirammu. E ancora: il laboratorio dell’Accademia di Belle arti pieno di giovani e creatività e lo Spazio Zac dove si organizzano grandi mostre contemporanee (ci sono stati Nitsch, Ai Weiwei, Frisch) e dove dal 13 aprile verrà allestita per Palermo Capitale anche la prima antologica del fotografo americano Spencer Tunick. C’è il Centro culturale Skinè, il padiglione di Spazio Franco dove si progettano audiovisivi, si danza e si fa teatro e l’associazione Verein Düsseldorf che promuove scambi culturali tra Palermo e Dusseldorf creando un asse fertile per artisti contemporanei e non solo.

COMMENTA