«Se mi dimentico di te, Gerusalemme, / si dimentichi di me la mia destra; / mi si attacchi la
lingua al palato / se lascio cadere il tuo ricordo, / se non innalzo Gerusalemme / al di sopra di
ogni mia gioia», recita il salmo 137. Chi o che cosa è oggi Gerusalemme? Scrive il gesuita
israeliano David Neuhaus: «Per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, Gerusalemme è qualcosa di
più che una mera connotazione geografica o una realtà sociopolitica. Essa è uno spazio sacro, dove la rivelazione di Dio da parte di Dio stesso si è sviluppata nel corso delle generazioni. In quanto diretta progenie dell’antico Israele, ebraismo, cristianesimo e islam guardano tutti a Gerusalemme, venerando amorosamente i Luoghi Santi che si trovano entro il perimetro della città, ma al tempo stesso vegliando con zelo affinché i fedeli di altre religioni non oltrepassino i confini invisibili stabiliti dalla tradizione e dalla storia. Nel corso dei secoli, cristiani, musulmani ed ebrei si sono tutti avvicendati nel controllo della città, eppure la vocazione di Gerusalemme in quanto “città di pace” deve ancora tradursi in realtà». La domanda sull’identità di Gerusalemme è resa ancora più stringente dall’attualità che ripropone conflitti mai risolti e che, talvolta, sono solo sopiti.

Il volume Gerusalemme la città impossibile. Chiavi per comprendere l’occupazione israeliana
edito da Edizioni Terra Santa (che include un saggio di padre Neuhaus), esprime un originale
punto di vista. L’autore, Meir Margalit, è stato durante dieci anni membro del Consiglio
comunale di Gerusalemme in rappresentanza del partito di sinistra Meretz. Tra i fondatori di
ICHAD, il Comitato israeliano contro le demolizioni delle case, è considerato uno dei massimi
esperti nel conflitto arabo-israeliano a Gerusalemme. «Questo libro nasce dal bisogno imperioso di comprendere i meccanismi che regolano la città in cui abito, che amo e per la quale soffro – scrive nell’introduzione –. Sono di Gerusalemme. Non potrei vivere in nessun’altra città e le barbarie che il governo sta perpetrando nella sua parte palestinese non mi danno tregua. Il mio obiettivo, con quest’opera, è di smantellare il modello di potere e repressione imperante a Gerusalemme e il sistema neocolonialista che regola il suo perverso funzionamento. Questo libro è il risultato di trent’anni di lavoro e di attivismo, in tre ruoli assai rilevanti: quello del politico, del funzionario pubblico e dell’attivista pacifista. Ma, soprattutto, ho scritto queste pagine come abitante di Gerusalemme, intrappolato in una rete intessuta con fili invisibili di amore e dolore».

In circa 120 chilometri quadrati coesistono ma non convivono oggi tre sistemi culturali fra loro estranei: l’ebraico laico, l’ebraico religioso e l’arabo. Le persone vivono lo stesso spazio ma non dividono lo stesso tempo perché le tre grandi religioni, ebraismo, cristianesimo e islam, hanno preghiere e tempi differenti. Ecco allora, è possibile approfondire la vicenda contemporanea di Gerusalemme attraverso le parole di questo testimone che scrive: «Gerusalemme, come Belfast, Nicosia, Sarajevo o Beirut, può essere considerata una delle città più conflittuali del pianeta. Frammentata da barriere etniche, religiose, nazionali, socioeconomiche, culturali, linguistiche, identitarie, psicologiche; dalla mancanza di un denominatore comune tra la sua popolazione, dalla disparità delle sue componenti, dall’assenza di accordi minimi, dall’inesistenza di alcun tipo di cemento sociale che unifichi le sue parti, più che come una città, Gerusalemme dovrebbe essere definita una “non città”».
L’Autore
Meir Margalit, ebreo israeliano, nato in Argentina nel 1952, faceva parte di un gruppo della
destra sionista quando emigrò in Israele nel 1972 e fu tra i fondatori dell’insediamento di
Netzarim, nella Striscia di Gaza (poi smantellato nel 2005 dal governo di Sharon). Nel 1973
partecipò alla guerra di Yom Kippur, rimanendo ferito, e da quel momento cambiò radicalmente il suo approccio alla questione israelo-palestinese. Dal 1998 al 2002 e dal 2008 al 2014 è stato membro del Consiglio comunale di Gerusalemme in rappresentanza del partito di sinistra di Meretz. Co-fondatore di una delle più importanti organizzazioni per i diritti umani in Israele, il Comitato israeliano contro le demolizioni delle case (ICAHD), è stato consigliere in vari organismi dell’ONU. È considerato uno dei massimi esperti nel conflitto arabo-israeliano a Gerusalemme.

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