Mi resi conto di avere una nuova nazionalità,di essere cittadino del paese del desiderio.Sukhetu Mehta, Maximum City

In libreria il 12 novembre

Il giardino dei frangipani racconta la vita di Kumari, giovane orfana indiana immigrata in Italia. In un susseguirsi di traversie, la protagonista arriverà a domandarsi, sulle orme di James Joyce: «Torneresti mai a vivere nella tua città d’origine?» La risposta è una domanda aperta al lettore: «L’ho mai veramente lasciata?» Con questo romanzo post-coloniale, l’autrice scava nella “doppia assenza” e nella “doppia appartenenza” in cui vivono tanti cittadini del mondo d’oggi, sospesi tra una madrepatria lontana, e forse neanche mai vista, e una nuova identità.

LAILA WADIA si definisce una narrastorie plurilingue e brez meja. Nata a Bombay (India), vive e lavora a Trieste. Scrive, in inglese da sempre e in italiano da qualche anno, per bisogno atavico e perché crede fermamente che l’umanità sia un unico volume. Sensibile ai temi della migrazione, della lingua, della multiculturalità e della condizione femminile, ha pubblicato vari romanzi, racconti, poesie, articoli giornalistici, opere teatrali e sceneggiature per film. Tra le opere più recenti, si ricordano: Amiche per la pelle (E/O) e Se tutte le donne (Barbera editore).

Pagine 272, prezzo 16,90. (Oligo Editore)

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