Esce il 27 maggio la nuova edizione del romanzo “Docherty” dello scozzese William McIlvanney, edito da Paginauno e tradotto da Carmine Mezzacappa.

Straordinario racconto corale, “Docherty” è la storia di una famiglia di minatori scozzesi, ispirata a quella dell’autore: McIlvanney dimostra incredibile sensibilità nell’indagine psicologica, nella definizione dei personaggi e dei principi morali che li muovono, una scrittura più che raffinata e la capacità di raccontare con grande efficacia la vita della working class britannica del dopoguerra.

“Docherty” è un romanzo monumentale, un affresco indimenticabile e penetrante. William McIlvanney, scomparso di recente, è stato autore prolifico, al suo attivo diversi romanzi e racconti, oltre che editorialista molto conosciuto e sostenitore dell’indipendenza della Scozia. Cresciuto in una famiglia di minatori nel villaggio di Kilmarnock, ha potuto studiare grazie alla borse di studio stanziate per i figli delle famiglie proletarie, diventando così insegnante e autore conosciutissimo in patria.

In Italia è stato pubblicato da Giovanni Tranchida Editore e da Edizioni Paginauno, due episodi noir della sua “Trilogia di Glasgow” sono usciti con Feltrinelli.

Docherty è il terzo romanzo di William McIlvanney che gli è valso la vittoria del prestigioso premio Whitbread Award for Fiction.

Pubblicato nel 1975, Docherty è un intenso documento sulla Scozia del primo Novecento che racconta le vicende di una famiglia operaia in una città mineraria toccata dalla prima guerra mondiale e gli scioperi dei minatori negli anni Venti.

Protagonista del romanzo è Tam Docherty che assiste al lento disgregarsi della sua famiglia a causa dei contrasti insanabili con i figli Mick e Angus. In mezzo al crescendo dei litigi tra gli uomini di casa, spicca la figura della moglie Jenny, testimone sensibile e figura di grande forza interiore, che assume il delicato ruolo di mantenere i rapporti familiari su un piano di umanità e buon senso. Ma il vero tema del romanzo è il racconto di un cambiamento epocale, tra un passato che muore e un Nuovo che si impone con la forza del potere padronale.

Uno scontro dietro il quale il lettore di oggi non tarderà a riconoscere le lunghe ombre degli anni Ottanta, allorquando il governo di Margareth Thatcher provvederà a smantellare colpo su colpo i conti con i diritti dei lavoratori. IL PUBBLICO Lettori appassionati di letteratura della Gran Bretagna William McIlvanney (1936-2015) È uno dei maggiori scrittori scozzesi contemporanei. È autore di raccolte di poesie, di saggi e articoli giornalistici e di diversi romanzi a sfondo sociale con i quali lo scrittore scozzese si inserisce nella tradizione letteraria del Glasgow Novel.

Tra i suoi romanzi ricordiamo: Laidlaw e Le carte di Tony Veitch (premiati entrambi con il Crime Writers’ Silver Dagger Award). Di McIlvanney Paginauno ha pubblicato Il regalo di Nessus e Chi si rivede!

Recensioni
The Guardian: “Questo spaccato di Storia dell’umanità viene narrata con umorismo e con un senso serrato di triste iniquità: la minuta figura di un uomo allungata sulla sua ombra riflessa dal sole”
The Times: “William McIlvanney mostra nel suo romanzo qualità muscolari aspre. Le sue frasi risuonano martellanti come il piccone di un minatore”

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