Oggi invitiamo i nostri lettori a riflettere su un articolo a firma di Giuseppe Smorto apparso sul Quotidiano del Sud del 23 novembre 2024, dal titolo “Le città possono morire anche di turismo”.

Raccontando l’importante evento per i 130 anni del Touring Club a Roma – c’era anche Mattarella – Smorto spiega come le città abbiano bisogno di respirare: “è il senso del viaggio e della visita rispettosa dei luoghi che va recuperato. È tutto cambiato e non ce ne siamo accorti. O abbiamo fatto finta” .

L’obiettivo è quindi, anche secondo quanto dichiarato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal Presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, regolarizzare l’overturism per non svuotare i centri storici.

Roma raggiungerà i 50 milioni di presenze a fine 2024 e per l’anno prossimo i numeri saranno sicuramente moltiplicati. La permanenza media di un turista nella capitale è già passata da due a quattro giorni: sono numeri positivi, certo ma, sottolinea Giuseppe Smorto, sono numeri che vanno gestiti.

L’Italia si conferma meta più ambita a livello mondiale, seguita da Stati Uniti ed Australia. Per fare un esempio di come il turismo di massa stia peggiorando le visibilità dei luoghi, basta vedere il quartiere di San Lorenzo che in pochi anni è passato da 100 a 500 Airbnb e dove gli studenti non trovano più una stanza in affitto.

Il Touring Club, scrive Smorto, risponde con le sue Bandiere Arancioni per i paesi sotto i 15.000 abitanti vale a dire 1.700 Borghi con una forte attrattiva turistica e dove stanno crescendo gli affitti brevi. Che Airbnb faccia la parte del leone è chiaro, è persino tra gli sponsor dell’Anci.

Dai 130 anni del Touring Club Il messaggio per la politica è chiaro, scrive Smorto: il turismo deve difendere l’equilibrio tra uomo e ambiente e favorire le esperienze locali.

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