di Fabrizio Guarducci in libreria dal 12 febbraio

Elvira, una studiosa, inizia una complessa ricerca sul movimento religioso dei Catari e sull’attualità del loro messaggio spirituale conl’intento di scrivere un nuovo libro sull’argomento.

Il suo percorso procede attraverso la ricerca di importanti testi antichissimi, partendo dalle pagine del trattato gnostico Kephalaia. Tra i molti codici antichi, un raro e dimenticato vangelo gnostico – la Pistis Sophia – in cui Gesù spiega agli apostoli cosa accade all’uomo dopo la morte e che cosa c’è nell’aldilà. Elvira decide, quindi, che la prossima inevitabile tappa doveva essere la Francia dove avrebbe trovano archivi imprescindibili per la sua ricerca e studiosi in grado di aiutarla. Aveva infatti sentito parlare di documenti inediti, testimonianze nascoste nei polverosi archivi delle biblioteche e nei manoscritti dimenticati di vecchie abbazie. Ma soprattutto, c’era il misterioso Vangelo di Giovanni l’apostolo, un testo che, se esisteva davvero, poteva gettare nuova luce sulla spiritualità dei Catari. Il viaggio di Elvira diventa, al tempo stesso, anche un viaggio dentro se stessa. E sarà un incontro inatteso a trasportarla verso un modo completamente diverso di considerare il sentimento, l’animo umano e la ricerca del vero significato della vita. La sua indagine si trasforma in qualcosa di più profondo e personale, rendendo il suo libro non solo una semplice opera accademica, ma un punto di arrivo per una nuova scoperta del sentimento e della spiritualità. Elvira si rende conto che la vera ricerca non è solo nei testi antichi, ma anche nel dialogo con se stessa e con il mondo che la circonda.

«Il treno scivolava veloce lungo i binari, e quel movimento regolare le infondeva una calma inattesa. Elvira non aveva fretta. Sapeva che il viaggio sarebbe stato lungo, e questo non la disturbava. Al contrario, la piaceva quel tempo sospeso tra partenza e arrivo, un tempo che le permetteva di ripensare con ordine a tutto ciò che era accaduto nelle ultime settimane. L’incontro con il giovane era stato l’inizio di qualcosa. Non una rottura drammatica con il passato, ma una sorta di disvelamento interiore, come se un velo si fosse sollevato e ciò che giaceva confuso nella sua mente avesse finalmente trovato chiarezza. Non c’era più ansia di arrivare a una risposta definitiva, né bisogno di afferrare qualcosa con forza. C’era solo la quieta consapevolezza che tutto sarebbe venuto da sé, al momento giusto

Fabrizio Guarducci si è formato nella concezione sociale e umana di Giorgio La Pira. Dopo aver vissuto il movimento Underground alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti e aver conosciuto Guy Debord in Francia, ha aderito convintamente al Situazionismo. Ha fondato il Dipartimento di Antropologia culturale dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici di Firenze. Ha insegnato Mistica, Estetica e Tanatologia, dedicandosi interamente alla ricerca dei linguaggi come strumenti per migliorare l’interiorità dell’individuo e per trasformare in positivo la realtà che ci circonda. È, inoltre, autore cinematografico: Paradigma italiano (premiato al PhilaFilm, 1993), Two days (2003) e Il mio viaggio in Italia (vincitore del Golden Eagle, 2005). Come autore, produttore e regista ha realizzato i film Mare di grano (2018), Una sconosciuta (2021), Anemos (2022) e La partita delle emozioni (2025). Ha pubblicato i saggi La parola ritrovata (2013), Theoria. Il divino oltre il dogma (2020) e i romanzi Il quinto volto (2016), La parola perduta (2019), La sconosciuta (2020), Duetto (2021), Amor (2022), Il villaggio dei cani che cantano (2022), La partita delle emozioni (2023) ed Eclissi (2023, selezione Premio Strega 2024).

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