Diverse organizzazioni internazionali e accademici si sono incontrati a Roma, a conclusione della Settimana della cultura siriana (in tutta Italia dal  dal 20 al 25 gennaio), per discutere le strategie di conservazione del patrimonio culturale siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad. Il concerto “Melodie e Sapori: assieme per la Siria” presso la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice a Roma segna la conclusione della prima edizione in Italia della Settimana del patrimonio siriano, una manifestazione organizzata dall’Heritage International Institute (HII) e sostenuta dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, svoltasi a poche settimane dall’improvviso cambio di potere registratosi in Siria lo scorso 8 dicembre. 

L’evento musicale arriva al culmine di un’intensa settimana di attività dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale siriano e al rafforzamento delle relazioni tra Italia e Siria, paese martoriato da 14 anni di guerra intestina e regionale e travolto dalla peggiore crisi finanziaria della sua storia.     La Settimana del patrimonio siriano, inaugurata da un intervento dell’ambasciatore italiano in Siria Stefano Ravagnan e svoltasi poco dopo la missione a Damasco del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha coinvolto atenei da tutto il territorio nazionale, unendo competenze ed esperienze diverse.

Secondo quanto è emerso dai vari momenti di confronto scientifico e culturale, la partecipazione attiva alle iniziative della Settimana da parte delle comunità siriane in Italia ha arricchito l’iniziativa, creando un legame diretto tra il patrimonio siriano e la realtà italiana.     Durante la Settimana del patrimonio siriano numerose sono state le università coinvolte: Verona, Bergamo, Milano Bicocca, il Politecnico di Milano, Pavia, Parma, Bologna, Niccolò Cusano, Messina, Palermo, Catania, Camerino, Macerata, Ancona, Pescara, Frosinone, Sassari, Cagliari, del Salento, Piemonte Orientale, Ca’ Foscari, Genova, Roma Tre, della Basilicata, Sapienza di Roma, e Trento.   

  I seminari e le tavole rotonde organizzate nei vari atenei hanno affrontato temi cruciali riguardanti la tutela e la resilienza del patrimonio culturale siriano, sia materiale che immateriale, riflettendo su quali approcci innovativi possano essere adottati in maniera congiunta tra Siria e Italia per la protezione e la valorizzazione del patrimonio stesso, con un focus su diversi aspetti: dal turismo accessibile alla conservazione del patrimonio edilizio storico, dai paesaggi culturali alle musiche tradizionali, dalla tutela giuridica in caso di conflitto all’importanza del patrimonio immateriale.    

  Al concerto di domani, che segue a un intervento conclusivo stasera da parte dell’ambasciatore Ravagnan collegato da Damasco, partecipa il musicista siriano Issa Abou Eita. All’evento musicale ci sarà anche la presentazione di un brano inedito composto dal direttore artistico dell’Heritage International Institute, Sergio Iovino, dedicato al patrimonio musicale siriano e ai legami culturali della diaspora.     Al termine della Settimana del patrimonio siriano, l’HII intende presentare una relazione con le proposte di programmi culturali e accademici elaborati dalle università e associazioni partecipanti, con l’auspicio di contribuire concretamente alla ricostruzione e alla valorizzazione del patrimonio culturale siriano.  

La settimana italiana per la Siria al liceo Marconi di Pescara 

Si è svolta giovedi 23 gennaio al liceo Marconi di Pescara, che ha un passato recente di esposizione internazionale,  la lezione magistrale del professor Paolo Sabbatini sulla difesa del patrimonio culturale siriano nel contesto della diplomazia culturale italiana.

Nell’aula magna, alla presenza di alcuni docenti e della III C del liceo economico sociale e la IV G del liceo linguistico, la preside, professoressa Giovanna Ferrante, ha presentato la professoressa Rosa De Luca, membro dell’HII, Heritage International Institute, e punto di contatto per gli insegnamenti superiori, e il professor Paolo Sabbatini, ordinario di relazioni internazionali all’Università della pace delle Nazioni Unite, sede di Belgrado. Il professor Sabbatini ha parlato dell’identità culturale di una nazione come una necessità vitale per la comunità, soprattutto in un Paese come la Siria che esce da un periodo di oscurantismo.

Sono stati fatti esempi di nation branding, e studenti e studentesse sono stati stimolati a leggere romanzi contemporanei siriani e ad approfondire l’importanza dell’eredità culturale di un paese. Parlare del passato apre speranza per il futuro. I professori presenti assicurano i due relatori nei seguiti operativi e nella continuazione dello stimolo agli studenti. Dovuti ringraziamenti al dirigente scolastico che ha messo le basi per future collaborazioni

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