Sinergia sempre più stretta tra le agenzie di viaggio e le cooperative del turismo attraverso delocalizzazione, destagionalizzazione e un piano di welfare dedicato agli operatori: è quanto emerso nel convegno “Turismo: una filiera chiamata Italia”, organizzato oggi a Roma dall’Aiav (Associazione italiana Agenti di viaggio) in collaborazione con Cna Turismo e Confcooperative Cultura Turismo Sport.

Presente anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha voluto sottolineare l’importanza della risposta straordinaria data dai lavoratori del settore dopo la catastrofe del covid: “Tra poco avremo il consuntivo del 2024, ma i dati sono già buoni grazie alla presenza straniera. Se il turismo va bene è merito di chi ci lavora.

Da ministro non ho mai preso decisioni senza aver ascoltato prima le associazioni di categoria. A me interessa che alla fine del mio mandato si dica che nel turismo è stato fatto un lavoro di squadra”.     “L’Italia è una piccola nazione ma dobbiamo essere un Paese di qualità e quantità. La qualità non è il lusso, ma i servizi: lì va fatto il maggiore sforzo. La politica ha il compito di creare le condizioni per la crescita e non ostacolare. Noi come governo siamo dalla parte di chi lavora. E abbiamo fatto tante cose, a cominciare dal miliardo 380 milioni dei fondi Pnrr che abbiamo dato l’anno scorso per migliorare le strutture ricettive e dal sostegno alle agenzie di viaggio che hanno sofferto e sono fondamentali per i servizi tailor made, ma che vanno rese più competitive”, ha proseguito Santanchè.

“Oggi il turismo è interconnesso, l’intero sistema funziona solo se cammina all’unisono ogni ingranaggio. La voglia d’Italia c’è ma noi dobbiamo essere bravi a creare proposte turistiche sexy, combattendo abusivismo e concorrenza sleale”.     E proprio la necessità della collaborazione tra tutte le realtà della filiera turistica è stato il fil rouge del convegno, soprattutto in un’ottica di contrasto all’overtourism e di aumento della qualità delle esperienze offerte oggi a chi viaggia nel nostro Paese. Fare sistema e integrare soggetti diversi, anche attraverso l’uso di tecnologie avanzate, significa però, oltre a valorizzare borghi, tradizioni comunità locali (in quel turismo esperienziale che piace sempre di più ai giovani), anche offrire un piano di welfare per sostenere le agenzie di viaggio, che spesso sono piccole realtà a conduzione familiare.

“Abbiamo creato una sola polizza assicurativa più completa e più vantaggiosa legata al fondo di garanzia che l’associazione gestisce dal 2016”, ha spiegato Fulvio Avataneo, presidente di Aiav, che rappresentaa circa 2500 agenzie di viaggio a livello nazionale, “i nostri associati ora hanno anche la tutela legale e sanitaria, e lavoriamo a una polizza per gli eventi catastrofici. Stiamo risolvendo anche il problema dei pagamenti con la carta di credito delle agenzie di viaggio che non vengono accettati dalle compagnie aeree. Fare muro contro muro non serve: abbiamo trovato con la società M-Facility una soluzione per dare la certezza di incasso al fornitore di servizi attraverso un bonifico istantaneo tramite conto corrente”.     L’ulteriore sviluppo del turismo slow ed esperienziale è la priorità, considerato che “oltre il 50% dei millennial opta per questa modalità di viaggio in cui l’emozione è una componente cruciale”, ha spiegato Marco Misischia, presidente Cna Turismo, “per questo abbiamo lavorato affinché i nostri artigiani e produttori fossero in grado, attraverso una formazione dedicata, di accogliere il turista per condividere il proprio sapere”.

Per Irene Bongiovanni, presidente Confcooperative Cultura Turismo Sport, “fare gioco di squadra non è scontato, ma ci siamo riusciti. Nelle cooperative facciamo impresa mettendo al centro le persone. Abbiamo 1300 imprese a livello nazionale che operano nei settori Cultura Turismo e Sport, e un terzo ha sede nelle aree interne. Il 30% dei soci è giovane e molto preparato. Ma c’è un elemento di fragilità finanziaria ed economica in cui bisogna intervenire. Serve costruire tavoli allargati. Per esempio nascerà una rete tra chi si occupa di turismo scolastico. Ma dobbiamo anche fare proposte legislative. C’è bisogno di una legge ad hoc sulle cooperative di comunità, e di facilitare il rapporto tra pubblico e privato per il turismo culturale”.

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