In occasione del 77° anniversario dell’Indipendenza di Israele, l’Autorità Israeliana per le Antichità presenta al pubblico una scoperta archeologica straordinaria: un raro capitello architettonico in pietra, risalente a oltre 1.500 anni fa, ornato di un motivo a menorah a otto bracci – un potente simbolo dell’identità e della cultura ebraica.
Il capitello sarà esposto per la prima volta presso il Campus Nazionale di Archeologia di Israele “Jay and Jeanie Schottenstein” a Gerusalemme, nell’ambito delle celebrazioni ufficiali.
Realizzato in pietra calcarea, il reperto è stato rinvenuto nel 2020 durante uno scavo archeologico dell’Autorità Israeliana per le Antichità, effettuato in preparazione ai lavori per il nuovo ponte d’ingresso a Gerusalemme. Da allora, il capitello è stato sottoposto a un approfondito studio scientifico e storico in collaborazione con l’Università Ebraica di Gerusalemme.
Si tratta di un manufatto unico, senza paralleli conosciuti nel panorama archeologico. È stato rinvenuto capovolto all’interno di un edificio risalente al periodo bizantino (VI–VII secolo d.C.), riutilizzato probabilmente dopo essere stato originariamente parte decorativa di una struttura pubblica o di una strada romana (II–IV secolo d.C.).

Secondo i direttori degli scavi, Dr. Uzi Ad e Anna Eirich:
“Questo capitello probabilmente coronava una colonna di un edificio romano di prestigio, forse appartenente a un insediamento di veterani romani. La presenza della menorah, simbolo tipicamente ebraico, in tale contesto, rappresenta un enigma affascinante.”
Tradizionalmente, i capitelli sorreggevano le travi dei soffitti e venivano decorati con motivi floreali. Questo pezzo si distingue per l’incisione della menorah su tutti e quattro i lati superiori, mentre i lati inferiori sono ornati da otto foglie stilizzate. Un elemento verticale sopra la foglia centrale potrebbe rappresentare la base della menorah.
La Dr.ssa Orit Peleg-Barkat, esperta in decorazione architettonica antica dell’Università Ebraica, sottolinea:
“Sebbene i capitelli di stile corinzio con foglie lisce fossero comuni nella nostra regione dal tardo periodo del Secondo Tempio fino all’epoca bizantina, il capitello di Motza è un caso eccezionale. Pur ben lavorato, sembra opera di un artigiano poco familiare con i canoni architettonici urbani. La scelta di raffigurare una menorah a otto bracci, anziché sette come solitamente nei capitelli sinagogali dell’epoca, aggiunge mistero, soprattutto in assenza di una sinagoga nelle vicinanze.”
Il Dr. Yuval Baruch, Vice Direttore del dipartimento di Archeologia presso l’Autorità Israeliana per le Antichità e studioso della simbologia della menorah, aggiunge:
“Il capitello di Motza, con la sua menorah a otto bracci, rappresenta un indizio importante della presenza ebraica nella regione collinare di Gerusalemme. Dopo la distruzione del Secondo Tempio, la menorah divenne il principale emblema dell’identità ebraica, sia in Israele che nella diaspora. Il ritrovamento di questo motivo su un elemento architettonico di grandi dimensioni suggerisce una profonda connessione culturale e storica, nonostante la quasi totale scomparsa degli insediamenti ebraici locali dopo la rivolta di Bar Kokhba nel II secolo d.C.”

Per tutti gli appassionati di archeologia, di patrimonio culturale e della storia ebraica si tratta di un’occasione rara per osservare da vicino un simbolo tangibile del legame tra l’identità ebraica antica e la rinascita moderna della nazione nella sua terra d’origine.
Eli Escusido, Direttore dell’Autorità Israeliana per le Antichità, conclude:
“Invitiamo il pubblico a partecipare alle visite guidate del Campus Nazionale di Archeologia a Gerusalemme per ammirare questo straordinario reperto. Non esiste momento migliore per celebrare le nostre radici e il nostro patrimonio culturale che durante i giorni in cui onoriamo la nostra identità nazionale. La nostra forza nasce dai nostri valori e dalla nostra storia.”
Le visite guidate sono prenotabili tramite il sito dell’Autorità Israeliana per le Antichità.
Costo d’ingresso: 20 NIS.