Se l’uomo non fosse mai apparso sulla faccia della Terra o se non si fosse mai evoluto fino a diventare Homo Sapiens a partire dall’uomo di Cro Magnon di circa 26.000 anni fa, il tasso di estinzione delle specie animali viventi sarebbe mediamente cinquemila volte inferiore a quello attuale. Per causa nostra sono sparite nel mondo molte specie di animali ed intere popolazioni di scimmie. La buona notizia è che nel 2003 è stata scoperta una nuova specie di scimmia in Tanzania, in una foresta probabilmente ben protetta che ne ha consentito la sopravvivenza nonostante i danni dell’uomo: esiste ancora qualche remoto luogo nel pianeta dove gli animali possono sopravvivere agli uomini. Ma cosa sappiamo dei primati non umani che condividono con noi questo strano ma bellissimo pianeta?
Un libro straordinario
Per rispondere a questa domanda dovete leggere un libro straordinario che ci fa entrare nel mondo delle scimmie in un modo tecnico ma anche magico, come mai si possa immaginare. Lo ha scritto il maggiore esperto di scimmie al mondo, Angelo Tartabini: ha alle spalle più di 200 pubblicazioni e 17 volumi ed è professore ordinario di psicologia generale presso il dipartimento di medicina e chirurgia dell’università di Parma. Dalla sua immensa esperienza – ha svolto attività di ricerca in Giappone, in Olanda, negli Stati Uniti, in Sudafrica, in Canada, in Inghilterra – riconosciuta anche da svariati premi internazionali di letteratura e di saggistica e per la divulgazione scientifica, ci offre ora una guida scritta per farci capire chi sono i primati non umani, dove vivono e come vivono. Per farlo, li divide in due Sottordini, quello delle Proscimmie e delle Scimmie Antropoidi, poi in Famiglie, Generi e Specie e Sottospecie.
Edito da Töpffer (un marchio Oltre edizioni), “La guida completa delle scimmie”, in libreria dal 18 aprile, ci mostra come le scimmie siano le nostre cugine più prossime. Abbiamo in comune con loro molte caratteristiche morfologiche, genetiche e comportamentali dalla forma dello scheletro e dei muscoli alla circolazione del sangue, dagli organi di senso al sistema nervoso centrale. Ma anche caratteristiche comportamentali come l’alimentazione, la difesa del territorio, l’attività sessuale e la cura per la prole, funzioni psicologiche quali la memoria, l’apprendimento. Per non parlare delle altre attività cognitive ritenute fino a poco tempo fa qualità tipicamente umane, come l’intelligenza, la socialità, l’altruismo, la solidarietà, l’empatia, la vendetta, anche quella trasversale, l’avversione all’iniquità, l’inganno, il contro-inganno, persino l’omosessualità.
Uccise solo per divertimento
Le scimmie sono state cacciate ed uccise degli uomini solo per il gusto di ucciderle, per imprigionarle, per metterle in gabbia, per spedirle in laboratori di ricerca, addirittura per mangiarle. La buona notizia è che negli ultimi anni si è aperto un interesse culturale che ha messo in primo piano i lati psicologici delle scimmie dato che nel loro volto riviviamo, per esempio, l’alterigia e la malizia dell’uomo e dei nostri pensieri, gli aspetti peggiori della nostra personalità o altri angoli reconditi del nostro sfrenato narcisismo ed egocentrismo. Le scimmie giocano, maneggiano e costruiscono oggetti, si procurano cibo, gestiscono la loro vita con dei modelli sociali che ritroviamo in tutte le comunità umane del passato e che poi si sono voluti fino a diventare modelli di vita nella nostra società. E mentre noi distruggiamo il pianeta a livello chimico, di dissesto idrogeologico, di edilizia selvaggia danneggiando tutti gli animali della Terra loro cercano di sopravvivere a noi.
L’interdipendenza
L’interdipendenza tra le diverse specie animali e quelle vegetali è molto più importante di quanto si possa pensare. Ogni anno dieci milioni di ettari di alberi dove vivono le scimmie vengono rasi al suolo. Nel 2050, continuando di questo passo, molte foreste tropicali e molte specie di scimmie non esisteranno più sulla faccia della Terra. Dell’Amazzonia è rimasto in piedi solo il 60% delle foreste originali, in Russia ogni anno vengono tagliati più di 15.000 ettari di foreste di conifere, in Africa sono andati perduti i due terzi delle foreste millenarie. Una delle zone più calde oggi è l’Indonesia dove sono a rischio intere foreste millenarie dove vive l’orango. Un altro problema serissimo è la dispersione dei semi: gli scimpanzé, tra una grande quantità di vegetali a disposizione, non riescono più discernere il cibo giusto da quello sbagliato e cosi muoiono di fame o avvelenati.
Nei Paesi ricchi gli animali stanno peggio
Gli Stati nazionali che si considerano più sviluppati per il PIL sono quelli in cui le scimmie corrono di più il pericolo di estinzione. Nella dichiarazione sulla politica di utilizzo dei primati per scopi biomedici dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è assolutamente vietata la cattura degli animali selvatici – e tutte le scimmie sono selvatiche – in qualsiasi parte del mondo a fine biomedici o per altri scopi. Da una trentina di anni a questa parte, la sperimentazione scientifica si può effettuare solo e unicamente sugli animali nati in cattività. Il prelievo in natura è consentito solo per la conservazione quindi unicamente nei casi in cui gli animali debbano essere catturati per essere spostati per la loro salvaguardia, per il ripopolamento di aree in cui un tempo vivevano e poi sono scomparsi.
La psicologia animale reintegrativa
Negli ultimi anni si sono sviluppati una quantità di progetti di reintegrazione delle scimmie ma bisogna considerare quanto sia difficile per uno scimpanzé che ha certe abitudini, per così dire civili, come mangiare nella scodella, dormire su un materasso, fare pipì in un vasetto e in alcuni casi comunicare con l’uomo attraverso il linguaggio dei segni, adattarsi in un ambiente totalmente nuovo, sconosciuto, primitivo e privo di ogni comfort. Alcuni di questi progetti riabilitativi reintegrativi sono stati avviati in Indonesia e Malesia per specie in via di estinzione. Secondo la World Conservation Union, organizzazione senza fini di lucro finanziata da governi e associazioni per la conservazione dell’ambiente ed istituti di ricerca che operano in un centinaio di Paesi, sono considerate a grave rischio estinzione le specie che hanno circa il 50% di probabilità di scomparire in dieci anni, in pericolo di estinzione le specie che hanno il 20% di possibilità di scomparire, vulnerabili le specie che hanno il 10% di probabilità di estinzione. Ci sono poi delle specie a basso rischio e delle categorie intermedie tra la vulnerabilità e il basso rischio ma anche per loro non c’è da stare molto allegri.
L’autore
Angelo Tartabini, già professore ordinario di psicologia generale presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, in passato ha svolto attività di ricerca in Giappone (Kyoto University), in Olanda (Institute of the Organization for Health Research, TNO), negli Stati Uniti d’America (California University, Davis), in Sud Africa (Witwatersrand University di Johannesburg), in Canada (Ontario Institute for Studies in Education dell’Università di Toronto) e in Inghilterra presso il Sub-Department of Animal Behaviour del Medical Research Council dell’Università di Cambridge sotto la direzione del Prof. Robert Hinde. E’ autore di più di duecento pubblicazioni e di 17 volumi, tra i quali: Il mondo delle scimmie (Muzzio), L’uomo allo specchio (Il Pensiero Scientifico), Cannibalismo e antropofagia (Mursia), Una scimmia in tutti noi (B. Mondadori), Fondamenti di Psicologia evoluzionistica (Liguori), L’uomo scimmia (McGraw-Hill), Il Mondo in bilico (Mursia), Uomini e scimmie in pericolo (Mursia), Crimini contro l’ambiente (Liguori), Origine ed evoluzione del linguaggio in collaborazione con F. Giusti (Liguori), La coscienza negli animali (Mimesis), Pensiero animale (Orme) e C’era una volta il paesaggio. Uomini e animali nella crisi globale (Robin Edizioni). Nel 2021 con il libro La coscienza negli animali ha vinto il Primo Premio per la saggistica “I Murazzi” di Torino, il Premio Internazionale di Letteratura Città di Como e un Premio Internazionale Percorsi Letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron, Lerici (SP). Nel 2022 con il libro Pensiero Animale ha vinto il Primo Premio letterario Città di Siena, il Primo Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica KERIT-LC (Reggio Calabria), il Primo Premio Letterario città di San Pietro Apostolo (CZ) e nel 2023 ha ricevuto l’Alto Merito Narrativo Green Book per la Letteratura Naturalistica. Dal 1987 al 1995 ha pubblicato articoli di divulgazione scientifica presso il Corriere della Sera e il mensile Natura Oggi. Dal 2019 al 2022 ha collaborato con Wall Street International Magazine e dal 2022 al 2023 con la pagina Lettere e Commenti del Corriere Adriatico. Dal 2022 collabora con la Rivista online MEER e con la Rubrica Uomini e Animali della Gazzetta di Parma, dal 2023 con i quotidiani online Greenreport e LeggoLondra Il giornale degli italiani in UK.