Crescono le presenze, aumenta la spesa e cambia il volto del turismo in Italia: l’estate 2025 si annuncia come la stagione della consapevolezza. Secondo le stime del Centro Studi Conflavoro, diretto da Sandro Susini, saranno ben 268 milioni le presenze sul territorio nazionale, con una spesa complessiva che sfiorerà i 72 miliardi di euro. Ma non è più (solo) una questione di mare e città d’arte: l’Italia sta vivendo una rivoluzione culturale del viaggio, che punta su qualità, sostenibilità e autenticità.

“Non è più tempo di turismo mordi e fuggi – spiega Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro – oggi i viaggiatori cercano esperienze vere, territori da scoprire, comunità locali con cui entrare in relazione. I borghi italiani sono il simbolo perfetto di questo nuovo paradigma e meritano investimenti adeguati”.
Viaggiatori più attenti e spesa più alta
La stagione estiva vedrà la prevalenza di turisti stranieri (35,5 milioni, pari al 51,6%) rispetto agli italiani (30 milioni), ma soprattutto una decisa propensione verso vacanze premium. Le esperienze di fascia alta registrano numeri in forte crescita: +18,3% le camere di categoria superiore, +22,7% la richiesta di esperienze enogastronomiche e +27,5% i servizi personalizzati, come tour privati o guide locali.
Complice anche l’aumento generalizzato dei costi – trasporti (+6,2%), alloggi (+5,8%) e ristorazione (+4,3%) – la spesa media per persona sarà decisamente più alta. I turisti stranieri, in particolare, rappresenteranno quasi il 60% del totale delle entrate turistiche, grazie a soggiorni più lunghi (8,5 notti di media contro le 7,3 degli italiani).
I borghi protagonisti della nuova estate
A trainare questa trasformazione è il ritorno del turismo lento e consapevole. Il boom dei borghi e delle aree rurali è uno dei dati più interessanti dell’estate 2025: +22,5% rispetto al 2024. Il bisogno di fuggire dal caldo torrido (38,5%) si intreccia con il desiderio di esperienze culturali (32,7%) e di un contatto autentico con luoghi e persone (28,8%).
Stanno guadagnando popolarità borghi meno conosciuti, come:
- Toscana: Pitigliano, Sovana, Sorano (+28,3%)
- Umbria: Bevagna, Montefalco (+24,7%)
- Marche: Offida, Moresco (+31,2%)
- Abruzzo: Pacentro, Scanno (+27,8%)
- Basilicata: Venosa, Guardia Perticara (+29,5%)
- Sicilia: Erice, Castelmola (+25,7%)
E si affermano anche i cosiddetti “distretti di borghi”, aree ad alta concentrazione di piccoli centri come la Val d’Orcia, i Monti Sibillini e le Cinque Terre, che superano il 30% di crescita nelle prenotazioni.
Dove andremo (e perché)
Il 72,3% degli italiani resterà entro i confini nazionali, scegliendo mete balneari e borghi storici. Le regioni più amate? Puglia (15,8%), Sicilia (14,7%), Toscana (13,2%), Sardegna (11,8%) e Campania (9,3%), seguite da Liguria, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.
Chi invece viaggerà all’estero punterà soprattutto su Spagna (22,3%), Grecia (18,7%), Croazia (12,5%), Francia (9,8%) e Portogallo (7,3%). Ma cresce anche la voglia di lungo raggio, con incrementi significativi verso Giappone (+18,7%), Stati Uniti (+15,3%) e Thailandia (+14,2%).
Il viaggio si fa generazionale
Le scelte cambiano anche in base all’età:
- 18-30 anni: Riviera Romagnola, isole maggiori, città d’arte
- 31-45 anni: Riviera Adriatica, Toscana, Puglia
- 46-60 anni: Toscana, Umbria, Sicilia, Costiera Amalfitana
- Over 60: località termali, laghi del Nord, destinazioni balneari tranquille
Il turismo che verrà
L’estate 2025 conferma quanto il futuro del turismo italiano non sia più solo nei numeri, ma nella qualità delle esperienze offerte. I borghi, con la loro capacità di accogliere, raccontare e sorprendere, diventano la nuova frontiera del viaggio lento e consapevole, in cui ogni passo è un incontro, ogni paesaggio una storia e ogni sapore un ritorno alle radici.