Il Ministero della Cultura della Turchia, tramite l’ambasciata, ci ha invitato a scoprire un luogo meraviglioso, Şanlıurfa, la mitica città dei profeti, in occasione dell’anno di “Göbeklitepe 2019”. Abbiamo accettato con il desiderio di raccontare non la Turchia che appare ogni giorno sui giornali ma quella meravigliosa terra tra il Tigri e l’Eufrate che è stata culla delle prime grandi civiltà della storia umana. Gli immensi spazi dei Sumeri, degli Assiri, dei Babilonesi e di tutti quelli che seguirono. In questi giorni andremo ad Harran, uno dei primi centri scientifico-accademico del mondo, vedremo le le case a cupola conica di 3000 anni fa e, naturalmente, la sconvolgente bellezza del sito archeologico di Göbeklitepe, il più antico tempio conosciuto al mondo, prima ancora di Stonenge, prima della Piramidi egiziane.
Partiamo dunque da Roma con la Turkish Airlines. Da quando fu fondata, nel 1933, la compagnia ha fatto passi da gigante. Ora fa parte di Star Alliance ed ha una flotta di 346 aeromobili (passeggeri e cargo) che volano verso 316 destinazioni, di cui 266 internazionali e 50 nazionali, in 126 Paesi. A bordo, giusto il tempo di un bel film e atterriamo.
Arrivati in orario ad Instanbul, abbiamo meno di un’ora di tempo per prendere il successivo volo per Şanlıurfa, quanto basta per riuscire solo a cogliere le colossali dimensioni del nuovo aeroporto, in funzione dal 29 ottobre 2018 e diventato il più grande del mondo. Con le sue 350 destinazioni, è stato costruito da zero in meno di due anni. Un’infrastruttura di 77 milioni di metri quadrati (53 mila per il duty free), 42 i chilometri dei nastri bagagli operativi. Con questi numeri, apprezziamo molto la gentilezza degli organizzatori che sono venuti a prenderci al gate per evitarci di arrivare a piedi al gate del secondo volo.
Arriviamo all’aeroporto di Şanlıurfa alle 19, giusto in tempo per la cena. E il panorama cambia: gli uomini d’affari in giacca e cravatta che giravano nell’aeroporto di Instabul qui si contano sulla punta delle dita. Troviamo invece famiglie intere venute ad accogliere i propri cari, baci e abbracci, donne in abiti lunghi con passeggini e cellulari iper tecnologici. Siamo arrivati nel sud est del Paese, stiamo per entrare nell’autenticità delle tradizioni locali. L’aeroporto si trova a circa 9 chilometri dalla città e fa parte del progetto Anatolia sud-orientale, per lo sviluppo regionale nell’area della diga di Atatürk.
E infatti il ristorante dove andiamo a cenare è cosi: tradizionale nella forma, nei piatti e nelle musiche. Ci accolgono per cena il vice ministro del Ministero della cultura turca e la presidente della fondazione che si occupa di finanziare gli scavi.
Il ristorante è assolutamente tipico. Si chiama Yildiz Konukevi. Ovviamente, le scarpe vanno lasciate fuori dalla porta di ingresso.
Esploriamo dunque la cucina turca, le sue inflessioni ottomane, una sorta di fusion tra le cucine dell’Asia centrale, del Mediterraneo e dei Balcani.
Per noi hanno preparato, come si vede nel video, una cena tipica allietata da uno spettacolo tradizionale, “Sıra Gecesi”, che è fortemente sentito qui. Şanlıurfa è infatti, una delle città turche con le più forti tradizioni di Turkish Folk Music repertoire, profondamente diversa da quella delle altre regioni. Storie d’amore impossibile cantate sin dalla notte dei tempi e tramandate oralmente. Nell’area di Şanlıurfa questa musica chiamata “ sıra geceleri “, “ oda toplanmaları ” e” dağ yatı geceleri ” ed è uno dei più forti fattori di socializzazione e di conservazione di costumi e cultura, di tradizioni di vita rurale, rispetto e tolleranza: ci si riunisce nelle case, specie nelle serate invernali, e si suona, da secoli.
Le due ore di differenza dall’Italia si fanno sentire e nessuno a sonno. andiamo comunque all’hotel Manici, a Şanlıurfa. Entrate con noi…
Domani ci aspetta una giornata indimenticabile, alla scoperta delle meraviglie di Göbeklitepe e di Arran.