Trieste, città mitteleuropea, punto d’incontro di culture ed etnie diverse riflette  anche in campo gastronomico tale molteplicità di tradizioni.

Nei piatti della cucina triestina si ritrovano, con la tradizione culinaria veneziana, i sapori dell’Istria e della Dalmazia, dell’Austria e della Boemia, fusi tra loro in un piacevole “misiot” (mescolanza). Si apprezzano così i piatti “imperiali” come il Kaiserfleisch (carne dell’imperatore) e la Kaiserschmarren, le palatschiken e la putiza di origine boema, per poi passare a pietanze più semplici e popolari ma altrettanto gustosi come la Jota e lo strucolo. Tutti questi piatti, che possiamo definire un vero e proprio patrimonio storico della città, rivivono quotidianamente nei buffet e nelle birrerie, caratteristici locali triestini e nelle antiche pasticcerie in tipico stile viennese.

I Buffet, in dialetto bifé, sono, per così dire, i precursori degli odierni fast food. Si tratta di tavole calde che, fin dal secolo scorso, trovano il loro sito naturale vicino alle stazioni ferroviarie o nei pressi di mercati, scuole ed uffici pubblici.

Sono locali che offrono principalmente la possibilità di mangiare al banco, in piedi e propongono una serie di piatti tipici della cucina austro-ungarica quali le trippe, il gulash e la porcina che vengono sempre tenuti in caldo, ma anche le luganighe de Vienna e de cragno, il prosciutto cotto nel pane e i capuzi per le marende di mezza mattina o il rebechin (spuntino) a qualsiasi ora della giornata. Caratteristica di questi locali è la preparazione quotidiana dei piatti che vengono offerti, pietanze che sposano la tradizione alla genuinità, anche se molto spesso attentano alla linea.

Per fare qualche nome citiamo il Buffet Vittorio, in via Carducci, che si tramanda di padre in figlio da tre generazioni. Celeberrimo, anzi simbolo di questo tipo di locali, è il Buffet da Pepi, in via della Cassa di Risparmio n.3, meglio conosciuto come Pepi S ‘ciavo, dal nome del primo proprietario, Giuseppe Tomasi.  Vanno poi ricordati il Buffet di Angelo Marascutti in via Battisti n.2 e quello,  sito presso il Giardino pubblico, al n.2 di via Giulia. Al n.3 di Piazza Hortis, di fronte alla Biblioteca Civica e vicino all’Università e all’Istituto Nautico troviamo  il Buffet da Siora Rosa.

 Lo spirito e la tradizione di Trieste si ritrovano nell’atmosfera di una delle più antiche osterie della città. Nata nel 1961 la Trattoria da Giovanni raccoglie 50 anni di storia gastronomica, di ricette tipiche e cucina genuina, esattamente come si faceva un tempo. I profumi del cotto caldo appena affettato con la senape e il kren, la morbidezza del crudo tagliato a mano, le irresistibili polpette. Pranzare o cenare in allegria sorseggiando un famoso “calicetto”, anche noto come “l’ottavo” di vino locale.

L’inizio del Novecento fu accompagnato dalla nascita di numerose “trattorie e birrarie” che vennero aperte e gestite principalmente da tedeschi, erano infatti i tipici locali nordici che sanno di Austria e di Germania.

Il locale più antico che possiamo ricordare è il Monteverde. In Viale invece, c’era l’Antico Giardino Rossetti, locale vasto e molto frequentato anche perché era dotato di un piccolo palcoscenico. Poco distante c’era la Birreria All’Acquedotto, soprannominata Alle Gatte forse in riferimento alle proprietarie, due Ungheresi triestinizzate. Sempre in questa zone c’era un locale dove, la sera, si esibiva una banda militare, il Cervo d’oro.

Il numero delle Birrerie triestine era ed è talmente vasto che non è possibile ricordarle tutte. Faremo ancora qualche accenno Alla Città di Francoforte che, in Piazza della Zonta, era punto di ritrovo per i medici della città; il locale Alla Stazione vantava una clientela indubbiamente più vasta e variegata, soprattutto d’estate quando venivano organizzati concerti bandistici all’aperto.Personaggio curioso era il proprietario della Birreria Berger che, grande estimatore nonché bevitore di birra, preferibilmente bionda, stupiva gli avventori del suo locale con saggi della propria abilità.

Ai n.75-77 di via Giulia si trovava la Birreria-Taverna Dreher che era stata aperta, nei primi anni Trenta, negli scantinati dell’omonima fabbrica di birra. Di grande suggestione erano i locali che ospitavano la Birreria, caratterizzati da ampie volte sorette da imponenti colonne. L’aspetto della Birreria era volutamente rustico. La scritta apposta all’ingresso: il carpe diem di oraziana memoria, stimolava gli avventori al consumo della bionda bevanda e al divertimento.

La Birreria Primo  fu fondata intorno al 1910 sostituendosi a una Osteria che, a sua volta, aveva preso il posto di una rivendita di carbone. L’aspetto era quello di una tipica Birreria tedesca con un bassorilievo di rame sul bancone e tutta una serie di finte botti in esposizione. Nel 1949 il locale venne restaurato dal signor Primo che, in seguito avrebbe ceduto la Birreria a un suo dipendente, certo Sisto. In seguito il locale passò al fratello di Sisto per arrivare quindi in mano al commendator Molesini, già possessore di una Trattoria a Prosecco.

OGGI: La Birreria, che si presenta anche nella veste di Ristorante, propone una notevole varietà di piatti sia di carne (immancabili il gulash e lo stinco), che di pesce. Da non perdere è  la pasta, praparata in casa e quindi sempre fresca. Per accompagnare le pietanze si possono scegliere, oltre alla birra, vini locali, regionali e nazionali.

Da segnalare il birrificio artigianale Cittavecchia – birra artigianale Trieste – produttore a Sgonico di un’ottima birra distribuita in bottiglia ma pure in fusti per essere spillata. http://www.cittavecchia.com//old/main.html