E’ sempre emozionante tornare dove si è vissuto un momento piacevole. Sono passati molti anni da una degustazione durante il corso sommelier, nella cantina di S.Michele Appiano avevamo concluso la giornata di assaggi nelle cantine dei dintorni di Bolzano. Bellissimi momenti, grandi vini, accoglienza calorosa: il tutto per fare esperienza sul campo!

Ieri sono tornato nuovamente sul luogo del delitto, la vecchia cantina fondata nel 1907 è un must sulla Strada del Vino, da tempo immemorabile sempre uguale, sempre solidamente presente. In realtà di fianco alla vecchia costruzione è sorto il nuovo fabbricato, moderno ma così bene interpretato che non stona vicino alla monumentale costruzione del secolo scorso.

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C’erano da celebrare i 25 anni della linea di vini Sanct Valentin e  gli spazi dedicati al “wine time – tempo per il vino”, un ambiente di 250 metri quadri opera dell’architetto Walter Angonese con Manfred Alois Mayr e Petra Paolazzi. Interni in rovere massiccio con una raffigurazione del Territorio della Cantina, i vari cru. Alla parete d’entrata è appoggiata una struttura in cui trovano posto pannelli descrittivi, le foglie delle viti coltivate dai soci della cantina, una raccolta di essenze che si possono scoprire nei profumi dei vini. Un modo di rappresentare la Cantina molto intuitivo anche per chi di vini ne capisce poco. Negli spazi del locale trova posto l’enoteca con i vini in mostra e la possibilità di degustarli al bicchiere e di acquistarli. Attraverso le pareti vetrate fanno bella mostra viti e ulivi. All’esterno degli edifici, nella parte opposta all’enoteca, si è creato un giardino in cui trovano posto erbe aromatiche, fiori, piante autoctone, ulivi e tutte le viti del territorio coltivate come nella realtà. Si è riprodotta anche una tipica pergola altoatesina, metodo di coltivazione della vite sempre più in disuso e destinata a scomparire.

Senza titolo-1La visita delle cantine di affinamento è sempre un bel vedere per un appassionato, qui si parte da botti di 140 ettolitri, scolpite e colorate come si usava in questa terra, al piano inferiore ancora una lunga processione di barriques e tonneau. Si passa nella parte moderna, condizionata,  dove si trovano altre lunghe file di botti in cui si affinano i migliori vini di San Michele Appiano. I pilastri sono funzionali alla statica ma anche per l’aspetto architettonico, pavimento e pareti luccicano, il segreto sono i frammenti di vetro di bottiglia  inglobati nel materiale di rivestimento. La visita si conclude con il pranzo offerto negli spazi dell’enoteca. Durante la nostra assenza sono stati apparecchiati i tavoli, ci accomodiamo e ci vengono serviti piatti di alta cucina. Gamberoni in pasta filo con insalata di anguria, pomodorini e basilico. Controfiletto di vitello in crosta d’erbe, patate viola e spinaci, polpettina di vitello. Mousse di ricotta al miele con ciliegie stufate al profumo di cannella. Nei bicchieri i migliori vini della casa:  Alto Adige Pinot Bianco “Schulthauser” 2012 , Alto Adige Sauvignon “St. Valentin” 2012Alto Adige Sauvignon “St. Valentin” 2006 , Pinot Nero “St. Valentin” 2009 , Alto Adige “Comtess” 2009″.

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Piatti così ricercati sono sicuramente opera di un grande chef ed infatti alla conclusione del pranzo esce dalla cucina, per ricevere il giusto plauso,  Herbert Hintner, chef stellato Michelin del Ristorante zur Rose di Appiano.

Poi c’è perfino la possibilità di potere assaggiare una chicca, un Gewürtztraminer del 2002, invecchiato per esaltare un vino aromatico che con gli anni diventa perfino sontuoso. Veniamo anche omaggiati di una novità, il Rosenmuskateller (moscato rosa) per una degustazione in anteprima.

La Cantina San Michele Appiano/St.Michael – Eppan si è ammodernata nelle strutture e nell’aspetto. Le bottiglie hanno nuove etichette, i locali in cui si accolgono clienti e visitatori sono moderni ad accoglienti, il biglietto da visita rappresenta una realtà di eccellenza del vino altoatesino.

Il presidente Signor Anton Zublasing, il responsabile amministrativo Günther Neumair e l’enologo Hans Terzer (uno dei migliori d’Italia)  possono essere orgogliosi del loro lavoro, altri collaboratori hanno affiancato in maniera efficace la dirigenza per la parte del marketing e dei rapporti con i media: un lavoro di squadra che finalizza in modo ottimale l’opera dei soci nel vigneto.  U.B.

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