Dopo Sesto Pusteria, in direzione del Passo Monte Croce Comelico, troviamo Moso e l’affollamento di gente in una strada laterale ci incuriosisce. In questi giorni tornano le mandrie di mucche dalle malghe e in Alto Adige si usa farle sfilare nelle strade dei paesi d’arrivo, infatti la gente attende il passaggio dei mandriani e delle loro bestie che scendono a valle.

©2012 U. Bellò

E’ una usanza simpatica, una volta spontanea e ruspante, oggi molto più organizzata con comparse che destano simpatia, come bambini e bionde signorine, folk bands, cavalli e cavalieri e tendone con piatti locali per il dopo sfilata.

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Arrivano i carri trainati dai cavalli o da trattori d’epoca, portano fieno, attrezzi agricoli e per il soggiorno nelle malghe, le donne distribuiscono i dolci tipici, alcuni ragazzi e ragazze organizzati in bands suonano motivetti, poi finalmente i mandriani con le mucche e i vitelli nati nell’alpeggio. CI sono bovini ornati nel tipico modo degli usi di questi luoghi, le campane al collo che indicano la gerarchia nella mandria, tutti gli animali si radunano in un ampio recinto da cui saranno poi indirizzati alle stalle di appartenenza. I mandriani e tutti gli accompagnatori e gli spettatori si avviano nello spazio sotto il tendone, attrezzato con tavoli e panche, dove rinfocillarsi con i cibi preparati dai volontari delle associazioni paesane.

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Quindi, dopo zuppa d’orzo con Tirtlan, salsiccia grigliata, Straudi come dessert e la birra d’ordinanza, bisogna pensare a smaltire parte delle calorie ingerite e cosa c’è di meglio di una bella passeggiate sui sentieri di questi paesi pusteresi?

Di fronte alla stazione a valle della funivia del Monte Elmo in direzione della zona sportiva di Moso, ci si inoltra per un sentiero, prima asfaltato e poi sterrato. Si cammina lungo il rio accompagnati dal canto delle cascatelle tra prati e boschi, mucche isolate al pascolo, cavalli nei recinti, pavoni che zampettano superbi nei loro vistosi  colori. Si vedono i primi segni dell’autunno incombente, anche se qui il foliage non è molto evidente per la presenza quasi totale di conifere. Lungo il sentiero si incontrano continuamente gruppi che passeggiano, dai bambini agli anziani, tutti affrontano facilmente la via che si addentra tra i monti. Si supera la cabinovia a valle della Croda Rossa e si prosegue per entrare nella Val Fiscalina.

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É lunga solamente 4,5 chilometri, tuttavia di una bellezza insuperabile: la Val Fiscalina, in tedesco Fischleintal. Circondata dalle maestose cime delle Dolomiti, dichiarate Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2009, sia ai grandi che ai piccoli appassionti escursionisti ed amanti della natura si presenta come una leggendaria regione caratterizzata da colorati tappeti di fiori e da boschi fitti, da malghe tipiche e da pareti rocciose imponenti. L’ospitalità della gente del posto come anche gli eleganti hotel in Val Fiscalina contribuiscono a rendere indimenticabile la vostra vacanza in Alta Pusteria.

Questo paradiso escursionistico e sciistico si colloca nel Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto, fino al rifugio di Fondovalle. Cime come il Monte Paterno, le montagne della Meridiana di Sesto – la cima Nove, la cima Dieci (Croda Rossa), la cima Undici e la cima Uno – dalla quale si è staccata una frana di sassi enorme nel 2007 – come anche le Tre Cime, famose in tutto il mondo, nella parte orientale dell’Alto Adige sono il sogno di ogni appassionato della montagna.

©2012 U. Bellò

D’inverno la Val Fiscalina, che si dirama verso sud è un’amata meta escursionistica per camminatori con ciaspole e praticanti dello sci d’alpinismo, offre alloggi di prima scelta come pensioni, appartamenti oppure hotel esclusivi in Val Fiscalina e a Sesto.

Perciò imitate la cancelliera tedesca Angela Merkel, da anni ospite d’onore in Val Fiscalina, e scegliete il vostro hotel preferito, convincendovi di persona dello charme di questa affascinante regione in Alta Pusteria.

Al ritorno una tappa di rito al caseificio di Sesto, dove nell’annesso negozietto si vendono formaggi e numerose altre specialità. Troviamo la fila che si prolunga anche  fuori della porta, per cui ci armiamo di pazienza e guardiamo i compagni di attesa, locali ma anche turisti italiani e stranieri. Tutti escono con borse colme dei formaggi prodotti in questo piccolo ma rinomato caseificio, famoso per la qualità e per i prezzi abbordabili. Quando arriva il nostro turno ci sbizzariamo nella scelta, freschi e stagionati, il tipico “Grau Kas” e il simbolo del caseificio i coni di caprino aromatizzato con erba cipollina. Salutiamo Hons, lo storico commesso professionale e gentilissimo: alla prossima gita tra i prati e i boschi… e alla visita in caseificio!  U.B.

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