Pubblichiamo questa breve intervista a Paolo Merlini, definito da La Stampa “Esperto di vie traverse” e autore del libro “L’arte del viaggiare lento. A spasso per l’Italia senz’auto“, in uscita per Ediciclo ai primi di febbraio.

Ci racconti cosa significa viaggiare lentamente al modo tuo?

Oramai è assodato che l’avverbio “lentamente” identifica, nella maggior parte dei casi, la gioia e il gusto dell’attività che precede (vedi Slow Food, Slow Travel ecc.). Mangiare lentamente un buon piatto di spaghetti permette di gustare la pietanza e di goderne appieno, così come viaggiare lentamente permette di godere del viaggio anche nella fase del moto a luogo, cioè gustare il cammino. Viaggiare lentamente alla mia maniera, cioè utilizzando il sistema di trasporto pubblico locale, in sintesi, significa anche risparmiare. In primo luogo è pacifico che si inquina di meno a prendere l’autobus di linea piuttosto che a utilizzare la propria automobile, quindi risparmio di immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Poi se si considera il costo per chilometro dell’autovettura di proprietà, abbiamo di sicuro un risparmio economico (molto accentuato se siamo l’unico passeggero della nostra macchina). Infine, se si considera che non dobbiamo guidare il nostro mezzo, possiamo parlare anche di risparmio di energie psicofisiche (va da sé che sul bus o sul treno posso dormire, leggere o semplicemente guardare fuori dal finestrino).

Il tuo libro si propone anche come guida per attraversare l’Italia in modo totalmente diverso. Come appare il nostro stivale dal finestrino di una corriera?

Sì, il libro, attraverso la mia esperienza personale, indica come si possa girare l’Italia in maniera economica, ecologica e virtuosa usando le autolinee locali e le ferrovie secondarie che quotidianamente tessono la rete del trasporto pubblico italiano. Ogni giorno tanti mezzi pubblici (molto spesso nuovi, ecologici, climatizzati e prenotabili in anticipo) si addentrano alla giusta velocità nel profondo della provincia italiana e ci permettono di raggiungere anche le località più remote. Da tanti anni pratico questa strana forma di microturismo e sono felice di annunciare, fuor di retorica, che l’Italia vista dal finestrino del bus o del treno è ancora il paese più bello del mondo…. é ancora il paese più bello del mondo nonostante l’eccessiva antropizzazione di alcune zone del territorio e la scempiaggine di troppi amministratori locali poco lungimiranti. In buona sostanza, pian piano che ci allontaniamo dalla fascia costiera dello stivale, oppure dalle periferie delle città (grandi o piccole non importa), a guardar bene, troviamo ancora il paesaggio che ha fatto innamorare i viaggiatori di ogni epoca. Uscendo da un qualsiasi centro abitato con le strade a scorrimento veloce, ci rendiamo conto che l’opprimente corredo di centri commerciali e di capannoni industriali (aimè troppo spesso abbandonati o in cerca di un nuovo affittuario) presto o tardi lascia il posto ai vecchi tracciati delle strade statali o provinciali. E’ allora che la magia del “Bel Paese” torna ad ammaliarci. I passeggeri dei mezzi pubblici non hanno altra incombenza se non quella di obliterare il biglietto e di mettersi comodi. E’ un po’ come al cinema, dopo l’odiosa sequela di spot pubblicitari, partono i titoli di testa ed inizia il film…. cioè dopo la via crucis dei centri commerciali, delle mega concessionarie di automobili e dei capannoni prefabbricati infestanti le aree dove un tempo non remoto “era tutta campagna” (in pratica prima del cambiamento della destinazione d’uso del nuovo piano regolatore), finisce il traffico e parte il lungometraggio della “Bella Italia”.

Ci sono vantaggi a viaggiare con i mezzi pubblici, ma anche tanti svantaggi, tra cui il tempo: spesso l’auto è più veloce e puntuale. Cosa ne pensi?

“Spesso l’auto è più veloce e puntuale”, dipende…. Per circa quindici anni ho percorso più di 60.000 chilometri all’anno guidando la mia auto per esigenze lavorative. Il mio passato da “grande automobilista” mi autorizza ad affermare che nonostante l’aumento del confort, delle prestazioni e del prezzo di listino delle autovetture, i tempi di percorrenza non sono diminuiti. Questo effetto è stato causato in gran parte dall’aumento del traffico soprattutto sulle autostrade ed in particolare dei mezzi pesanti (per capirci quelli che quotidianamente trasportano, per esempio, lo yogurt dall’Alto Adige al “centro logistica sud” della grande distribuzione di turno). Parlerei piuttosto di un allungamento dei tempi di viaggio in auto causato anche dai sacrosanti limiti di velocità e dagli onnipresenti “tutor” o autovelox. Oggi, per essere veramente puntuale, sono solito prendere il treno (magari Eurostar o Freccia Bianca) per avvicinarmi alla città o alla zona che debbo visitare per lavoro per poi proseguire con un’auto a noleggio o un’auto di un car sharing. Se invece parliamo di viaggi di piacere, sono convinto che un viaggio lento, come sopra descritto, sia una scelta.

Ti hanno definito “esperto di vie traverse”. La tua “esperienza” nasce dalla passione: cosa ti ha spinto a intraprendere questa… strada secondaria?

Sono profondamente convinto che il consumismo che governa il mondo nel quale viviamo tenda a “consumarci” facendoci sprecare il nostro tempo e le nostre risorse. Penso che veloce non sia per forza sinonimo di migliore, così come nuovo non è per forza sinonimo di meglio…. l’autostrada, dove posso correre a 130 chilometri all’ora, oppure l’ultimo modello di SUV, non sono per forza sinonimo di velocità, di puntualità o di prestigio. Quindi sono partito dalla regola delle “3 erre”: Riusa, Riduci e Ricicla e ho iniziato a Rivalutare i viaggi con i mezzi pubblici che economicamente mi permettono di riappropriarmi del tempo che dedico al viaggio. Sono diventato “esperto di vie traverse” perchè mi sono accorto che anch’io, da sempre innamorato della geografia e della viabilità del mio paese, a forza di percorrere le autostrade avevo perso il contatto con la morfologia del territorio e spesso mi sentivo “spaesato”.

Qual è il consiglio che daresti a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Non è difficile ed è sempre molto divertente. Nel mio libro faccio tanti esempi di gite fuori porta da fare col bus, quindi informatevi sulle destinazioni extraurbane delle autolinee che servono la vostra città piuttosto che dei paesi serviti dalle ferrovie secondarie della vostra area. Vedrete che con biglietti di pochissimi euro potrete raggiungere mete da sogno che al contrario in auto potrebbero costarvi sacrificio, traffico, stress e fatica. La famiglia vorrebbe recarsi all’affollatissima sagra del paese a 20 chilometri da casa vostra e voi, dopo una settimana di lavoro, fate orecchie da mercante perchè già sapete che poi dovrete girare due ore per trovare parcheggio? Cercate il bus o il treno regionale che porta fino a lì. Siete affascinati dai coast to coast made in USA? La prossima volta che andate in vacanza in Romagna o nelle Marche, concedetevi un casereccio “da costa a costa” prendendo uno dei tanti autobus di linea che collegano (più volte al giorno, tutti i giorni) l’Adriatico con Roma…. avrete l’imbarazzo della scelta! Siete in vacanza in un qualsiasi paese di villeggiatura, al mare o in montagna? Informatevi sugli orari delle autolinee locali per girare la zona senza stressarvi. Per esempio avete raggiunto l’Alto Adige in auto? Bene, lasciatela parcheggiata in hotel e munitevi di un’economica Mobil Card http://per raggiungere la base di partenza di tutte le passeggiate e/o tutti i centri del Sud Tirol. Sappiate che è semplice. In genere si applica “la regola del B.C.”, cioè del “Basta Chiedere”… in alternativa basta navigare in Rete. Ricordatevi viaggiare con i mezzi è cool!
Da Ediciclo Editore 2012