“Servono i saperi e i piccoli segreti fanno la differenza”

Che sia un film come “La notte dei morti viventi” o qualcosa di simile? Sicuramente, se si nominano i culatelli, è una notte di piacere!

Scopriamo così che è l’occasione per la consegna del “Premio Antica Corte Pallavicina” e che si svolge proprio questa sera, 17 luglio presso il ristorante Antica Corte Pallavicina, un luogo magico a due passi dal Grande Fiume, a Polesine Parmense.

L’Antica Corte Pallavicina è relais, ristorante, azienda agricola. Vi si coltivano orti e il frutteto di frutti antichi, si allevano animali quali i maiali di razza Antica di “Nera Parmigiana” che possono raggiungere anche un peso di 300 chili, si producono i culatelli, eccellenza dell’alta salumeria. Vi si svolgono corsi di cucina, si organizzano visite al caseificio alla Corte e all’Azienda Agricola.

Quando il bisnonno degli attuali proprietari  lasciò il podere Piantador del Maestro Giuseppe Verdi arrivò proprio alla Corte Pallavicina con i suoi figli e da mezzadro passò ad affittuario. E’ stata proprio una bella conquista! Tutti insieme cominciarono a lavorare questo grande podere dalla terra fertile nella golena intorno al palazzo con tanto entusiasmo e con tutti quei saperi e quell’esperienza acquisita in Piantador. Allevavano maiali, polli, tacchini, oche, anatre e bachi da seta. Mungevano mucche, piantavano i pioppi, facevano fascine e crescevano i cocomeri, il grano, la melica, gli ortaggi. D’inverno facevano i salumi secondo le antiche usanze.

Quando finalmente sono riusciti ad acquistare la Torre, nel 1990, era quasi da rudere! L’unico intervento di restauro davvero sostanziale risaliva al 1550, alla fine del 1700 Maria Luigia duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla (nonché moglie di Napoleone) vi insediò la sua guardia di frontiera, i “Dragoni” a salvaguardia dei traffici fluviali allora fiorenti e abbassando le torri di un piano.

Dal 1850 la Corte fu suddivisa in piccole abitazioni e utilizzata da contadini, pescatori, carrettieri ed artigiani. Nessuno ci aveva più creduto, il Po si era spostato e se ne era impadronito: era rimasta dentro il fiume, che la inondava periodicamente! Ed eccoci qui. Sembra un sogno, ma è proprio vero: è fatta.

Quella cantine uniche dove i marchesi Pallavicino stagionavano i salumi sono ritornate a riempirsi di culatelli, la vecchia sala di stagionatura del formaggio ha ripreso la sua antica funzione, la ghiacciaia e la prigione sono riemerse dal fango e gli affreschi son tornati al loro splendore, i camini bruciano legna di pioppo e al primo piano le stanze calde e confortevoli sono pronte ad ospitare ospiti esigenti. Ora, una nuova sfida, non meno difficile di quella passata! Far conoscere e rivivere questo luogo legato alla sua gente, ai suoi prodotti, al suo territorio.

http://www.anticacortepallavicinarelais.it/