Vernissage a Roma, sabato 12 novembre nello Studio Dr Arte Contemporanea (Spazio visivo – via Angelo Brunetti, 43)

Ognuno di noi ha ogni giorno un’opera di Boccioni tra le mani. Non ci credete? E invece è proprio cosi.E non è un’opera qualsiasi, ma una delle sue più celebri: il capolavoro futurista  Forme uniche della continuità nello spazio.  La scultura è raffigurata sul retro delle monete da 20 centesimi di euro coniate in Italia e se ne conoscono varie versioni, tra cui una al Museo del Novecento di Milano, una alla Kunsthalle di Mannheim, una alla Tate Modern di Londra, una al MoMa di Manhattan, una al Metropolitan Museum di New York, una al Museo Kröller-Müller di Otterlo (Paesi Bassi) e una alla Galleria Nazionale di Cosenza.

A cento anni dalla scomparsa del maestro futurista, due importanti maestri, Sigfrido Oliva ed Umberto Pozzi, inaugurano a Roma una mostra in suo onore. Spiega al nostro giornale il maestro Oliva: “Il centenario della scomparsa di Umberto Boccioni, interprete fra i più attivi e brillati del movimento futurista, è per me e per il mio amico Umberto Pozzi un’occasione che ci ha ha entrambi sollecitato a riscoprire ed apprezzare in modo nuovo l’opera di Boccioni. Abbiamo perciò condiviso e fatto nostro il concetto di “dinamismo e simultaneità” della filosofia bergsoniana di cui lo stesso Boccioni fu un vivare rivelatore. Dunque sul filo di queste premesse abbiamo sviluppato le nostre ricerche e realizzato, in punta di pennello e con l’entusiasmo che ci ha sempre sostenuto, un ciclo di lavori nel desiderio di ricordare l’anniversario del maestro”.

opere-sigfrido-oliva-e-umberto-pozziPer unanime giudizio Sigfrido Oliva è considerato disegnatore eccellente e incisore di non comune talento; in pittura esegue opere di originale impostazione figurativa sia nella tecnica dell’acquerello che ancor più in quella ad olio. Vive ed opera a Roma. Nella sua evoluzione artistica, è passato gradualmente da una tavolozza vivace ad una pittura che nel tempo si fa più atmosferica, tonale, chiara, dove i contorni delle figure si ammorbidiscono grazie ad un sapiente “sfumato” che in alcuni momenti ricorda la prospettiva aerea leonardesca.  Ha conosciuto Umberto Pozzi all’Accademia di Belle Arti e da allora è nato un sodalizio che dura da trent’anni nell’atelier diventato un salotto culturale nel cuore di Prati, oltre che scuola d’arte..

Umberto Pozzi è un artista polidrico. “Amo molto il colore, è fondamentale per me. Se un quadro non ha colore non ha vita. Mi ritengo uno sperimentatore. Usare materiali diversi è per me un’esigenza mentale e fisica. Ogni materiale m’ispira qualcosa e sento che lo deve manipolare. Realizzo anche quadri cucendo io stesso la stoffa, mi interesso di tutto ciò che può essere modellato che sia carta,  gommapiuma, o legno, tutti i materiali su cui posso intervenire. Ho conosciuto Sigfrido all’Accademia di Belle Arti ed oggi sono nel suo studio. C’è un’amicizia di trent’anni. Stiamo portando avanti un discorso artistico diverso, ma di stimolo reciproco, effettuando anche dei corsi di pittura, questo è importante perché ci scambiamo molte idee, sia nel campo dell’arte, che in generale.”. La storia di una bella amicizia tra due artisti che si compensano nel carattere e nell’arte.

 

 

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