di Rosita Camera

La seconda giornata si apre con il convegno “ Nuove tecnologie  e Beni cuturali in Italia. Best practices a confronto”.  Al centro del dibattito le nuove tecnologie applicate ai beni culturali; ci vengono presentate, dagli esperti nazionali e internazionali del mondo del game e della realtà virtuale, nuove tecniche di coinvolgimento e fruizione dei siti archeologici e  progetti di successo come quello di Circo Massimo a Roma, del Palazzo Ducale di Urbino, del Parco Archeologico dei Campi Flegrei di napoli e del Polo Museale di Casa Zapata di Barumini.

Prendiamo parte all’inagurazione della mostra Nuhar 3D. Ci lasciamo anche noi trascinare indietro nel tempo e ci godiamo l’emozionante esperienza virtuale immersiva nel nuraghe di casa Zapata integro nelle sue parti, grazie alla ricostruzione in scala reale dagli esperti della tecnologia. Attraverso degli occhiali apposti e dei manipoli guida, abbiamo l’impressione di camminare all’interno dei vari ambienti del monumento preistorico.

Dopo pranzo partecipiamo alla tanto attesa visita di Su Nuraghe, uno dei 55 siti italiani inseriti dall’UNESCO nella World Heritage List dal 1997. Capolavoro del genio creativo dell’uomo i nuraghi sono monumenti megalitici, il cui nome significa mucchio di pietre. La civiltà nuragica si sviluppa dal 1500 A.C. al III sec. D.C.; era caratterizzata da una struttura sociale in classi, un popolo di pastori e contadini, che visse in Sardegna e che avrebbe costruito queste strutture. Sulla funzione di questi edifici, se fossero delle fortezze difensive, regge o templi, c’è ancora  dibattito tra gli studiosi, la tesi più accreditata è dell’ archeologo, scopritore di Su Nuraxi  e massimo studioso della civiltà nuragica, G. Lilliu. Tale edificio presenta una stratificazione culturale che va dall’età del bronzo al VII sec D.C.;realizzato interamente in blocchi di basalto senza malta, è costituito a un bastione  centrale alto 18 m. a due piani interni comunicanti tra loro attraverso delle scale a corda, e da 4 torri angolari che si affacciano su un cortile a mezzaluna con pozzo profondo 20 m. Il panorama che si gode dalla torre è mozzafiato, a 360 ° sulle colline di Barumini e sul villaggio preistorico costituito da 50 capanne ( si suppone siano state circa 200). Le capanne erano a pianta circolare e tetto conico fatto di rami e frasche, destinate ad attività domestiche o rituali.

Ambiente significativo è la cosiddetta “rotonda”, piccola stanza circolare con basso sedile e bacile centrale per la raccolta dell’acqua. Altro ambiente importante è la capanna delle riunioni; edificio circolare che presenta lungo il perimetro interno dei sedili e nelle pareti 5 nicchie; qui sono stati trovati oggetti che fanno pensare all’utilizzo dell’ ambiente come luogo di culto o di assemblee.

La prossima meta è la visita di casa Zapata. Quando si entra nel palazzo ci si trova inaspettatamente su un museo sospeso su una sottostante opera nuragica. L’edificio era residenza dei baroni sardo-aragonesi costruita nel XVI sec. e le cui fondamenta poggiano su un nuraghe trilobato, con torre centrale , attorno al quale sorgono 3 torri, dotato di 2 cortili con pozzo interno e uno esterno. La costruzione fu realizzata con blocchi di arenaria. Il comune di Barumini ne ha acquistato la proprietà nel 1987 per realizzare il museo. Inconsapevoli del tesoro sepolto, i lavori si bloccano con la scoperta del complesso monumentale; oggi al suo interno viene custodita la collezione di reperti rinvenuti durante gli scavi di Su Nuraxi .

Sicuramente un viaggio nell’entroterra sardo merita di essere incluso in un itinerario o come meta di viaggio. Oltre a un percorso emozionale storico-culturale, artigianale, agroalimentare e attività legate alla natura, queste terre offrono tanta ospitalità. Concludiamo con una massima questo intenso viaggio, seppur breve : “ lo spirito e il genius loci non sono riproducibili in alcuna epoca”… è nostro compito preservare e conoscere le radici storico-culturali di un popolo per essere più consapevoli della nostra identità.

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