Da Anna Maria De Luca

 La magia di pietre secolari custodite da antichi ulivi, le tradizioni cristallizzate nelle ceramiche d’arte rivisitate anche in chiave moderna, gli eventi musicali nella brezza estiva: un viaggio in una terra senza tempo, per un weekend che rigenera anima e corpo.

Terra di partenze e di ritorni, terra di uomini che hanno attraversato il mondo per poi ritornare con l’obiettivo di rilanciare la Puglia creando progetti ambiziosi ma che funzionano davvero come la Green Road,  nel  territorio incantato delle Cento Masserie di Crispiano, in provincia di Taranto. Partiamo da qui, da Crispiano, geograficamente strategico per raggiungere bellissimi luoghi come Cisternino (ritenuto tra i più bei borghi d’Italia), Alberobello e i suoi trulli (patrimonio Unesco), Locorotondo e il suo centro storico, la barocca Martina Franca città del Festival della Valle D’Itria, Grottaglie ed il suo antico Quartiere delle Ceramiche, Ostuni la città bianca, Taranto con il Museo Archeologico della Magna Grecia e le sue bianche spiagge, Castellaneta Marina e le sue coste Ioniche. Qui a Crispiano facciamo base in un luogo sacro già nella preistoria, poi custodito dai templari ed oggi diventato una masseria incantata dove il tempo e le energie fluiscono con leggerezza nella luce di Puglia. Prende il nome da un affresco ritrovato nella chiesetta sconsacrata oggi diventata suggestiva location di meditazione: Quis ut deus. Ed è qui, dove ogni pietra, scelta accuratamente, racconta la storia ma anche il futuro di questo pezzo di Italia che incontriamo l’ideatore del progetto Green Road, Antonio Prota, rientrato dall’estero per realizzarlo: un progetto di trenta chilometri tra la Murgia e la Valle d’Itria, a pochi minuti dallo Jonio e dall’Adriatico. Una scelta coraggiosa che sta dando già i suoi primi frutti, ben visibili: la Green Road è una direttrice culturale che attraversa diversi comuni, da Crispiano a Grottaglie fino a Pulsano, sulla costa. E’ un viaggio tra masserie, insediamenti rupestri, grotte e boschi per assaporare i prodotti enogastronomici, conoscere la civiltà contadina e l’eredità magnogreca.

Da Crispiano bastano pochi minuti per raggiungere la via delle ceramiche di Grottaglie (via Crispi), ai piedi del castello medievale: botteghe scavate nella roccia dove sin dal medioevo si produce, si lavora e si vende la ceramica. Accanto al quartiere delle ceramiche una scala porta alla piazza dedicata al patrono di Grottaglie, San Francesco De Geronimo, dove si apre il panorama sul paese.

La masseria Quis ut deus, a Crispiano
La masseria Quis ut deus, a Crispiano

“Siamo partiti chiedendoci quale sarà il futuro della nostra terra. Abbiamo capito – dice a Repubblica Antonio Prota che è anche il presidente del Gal Colline Joniche – che il turismo rurale è per noi una grande opportunità. Abbiamo quindi unito in sinergia il privato e il pubblico, gli imprenditori e gli enti locali, per creare nuove possibilità di sviluppo attorno a molte idee nel rispetto della tradizione e dell’innovazione,  dagli itinerari a cavallo alla mobilità elettrica, dalla valorizzazione delle realtà museali presenti sul nostro territorio alle piste ciclabili. Tutto il territorio si distende tra piante di ulivi secolari i cui frutti, per le loro qualità alimentari, terapeutiche e simboliche, sono da secoli considerati i doni più preziosi concessi dagli dei all’umanità.

 (pubblicato su www.repubblica.it sezione Viaggi)

 

 

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