Giovedì 7 luglio (ore 19.30) il Teatro India diventa scenario per artisti chiamati ad esprimersi attraverso un progetto di ricerca artistica urbana contemporanea

999FOUNDATION Artist Resistance Residency in collaborazione con TEATRO DI ROMA – TEATRO NAZIONALE

 con gli artisti SETH – HORFEE – BRAD DOWNEY – MONEYLESS

Mostra curata da Stefano Antonelli / 999Contemporary

Ingresso libero
fino ad esaurimento posti
mostra visibile esclusivamente giovedì 7 luglio

Il catalogo della mostra sarà disponibile in sito
Un set di serigrafie sarà esposto durante l’evento

 

 Seth (Julien Malland) è l’artista francese che inaugura il progetto 999FOUNDATION Artist Resistance Residency, un ciclo di residenze d’artista frutto della collaborazione tra 999Contemporary e il Teatro di Roma. Giovedì 7 luglio (ore 19.30) il Teatro India diventa scenario per la performance SETH SOLO SHOW, primo momento di questo progetto di ricerca artistica urbana contemporanea.

A fare da cornice alla mostra e alla installazione dell’artista e documentarista francese, il Teatro India, una delle strutture più suggestive di archeologia industriale della città: «Ho invitato Seth per un progetto ambizioso quanto semplice, una residenza d’artista in collaborazione con Teatro di Roma negli spazi del Teatro India che ha sede in una delle più belle strutture di archeologia industriale della Capitale, l’ex fabbrica delle Mira Lanza, dove nel secolo scorso si faceva il sapone – commenta Stefano S. Antonelli, curatore del progetto – Il luogo offre enormi opportunità per un artista, tre grandi capannoni e un parco con vestigia di archeologia industriale. Nella fase di preparazione con Seth avevamo parlato di lavori installativi, di dimensione teatrale della rappresentazione, di spazi diversi da quanto, in genere, riservato a questi artisti le cui mostre sono spesso sequenze di quadri appesi o minimamente installati. Sono sempre stato convinto che la “mostra” così intesa non fosse la dimensione adatta alle necessità espressive degli artisti urbani, ovviamente dopo aver sperimentato in prima persona curandone un bel po’. Ho visto anche tante mostre di artisti di strada e mai ho avuto la sensazione di trovarmi al centro delle idee e del pensiero dell’artista ma piuttosto ad un evento mondano, conta chi viene, conta se vendi, se non vendi incassi il colpo, hai sempre la strada per riscattarti. Mettere un artista urbano nello stato di confrontarsi con il mercato in queste condizioni è un suicidio e per questo motivo questo programma di residenze non prevede obblighi. Puoi fare una mostra o un libro o un’installazione o niente, puoi fare quello che ti pare. Dai libertà, budget e grandi spazi espressivi ad un artista e vedi che succede, questo è lo spirito. Ho chiesto solo una cosa, ho chiesto all’artista di lavorare nello spazio, usare tutta la struttura del Teatro India se possibile, anche se non è un obbligo. Com’è andata? Al suo arrivo Seth ha esplorato il luogo, ha vagato senza meta nell’enorme struttura del Teatro India, ha preso appunti, fatto schizzi, foto e poi mi ha chiamato per comunicarmi il suo progetto. Se veramente volete sapere com’é andata venite il 7 luglio. Qualsiasi cosa vi aspettiate non ci siete neanche vicini.»

 

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