Due attori a tutti tondo, bravissimi nel tenere la scena, nel disegnare davanti ai nostri occhi situazioni, personaggi ed emozioni sempre diverse: Antonio Grosso ed Antonello Pascale sono energia pura e sono in scena al teatro Cometa off, a Testaccio (Roma), fino al 24 marzo, con le vicende e vicissitudini che Totò ha dovuto affrontare prima di arrivare al grande successo ed essere riconosciuto a livello nazionale come il vero e proprio “Principe della Risata”.

Tutti i personaggi prendono vita dalle voci dei due interpreti in scena, unici esecutori di tutte le vicende narrate, secondo i canoni della teatralità italiana. Antonio Grosso e Antonello Pascale, nel 2011, hanno infatti fondato la compagnia teatralle “Treatro”, sono uno la spalla comica dell’altro. Un lavoro originale, con la regia di Antonio Grosso: per la prima volta si porta in scena un periodo della vita di Totò, non conosciuta al grande pubblico In due, fanno la parte di Totò, dei genitori, dell’impresario, del cugino Eduardo, passando poi per gli artisti che ha conosciuto, gli impresari teatrali ed i commilitoni con cui è partito soldato per servire la patria, passando da uno all’altro con una velocità ed una versatilità davvero rari. Ed ogni volta assolutamente credibili.

Sembra quasi di vederlo il quartiere sanità, il barbiere che tra una rasoiata e l’altra gli procura un appuntamento con l’impresario dell’Ambra Jovinelli a Roma, dove avviene la svolta. E l’amore di Totò per Napoli, città che lo ha trattato male,i suoi dubbi nel ritornarci da attore famoso ad esibirsi laddove non era stato apprezzato. Alla fine Totò, con il consiglio di sua madre, decide di andare ad esibirsi a Napoli è la città che lo ha fatto nascere, che lo ha cresciuto, perché lui non sarebbe quel che è senza Napoli. Ed è di nuovo successo, anche a Napoli. Città amata ma che ancora oggi non ha un museo dedicato a Totò.

Con Il Piccolo Principe in arte Totò, si vuole omaggiare la grandezza del Maestro, in tutte le sue forme, artistiche emozionali e psicologiche, dimostrando che dietro una delle più grandi Maschere del Cinema moderno si nascondeva un animo sensibile che, con tenacia, talento, passione ed umiltà e diventato un’icona della Comicità Archetipa, riconosciuta dai più grandi maestri del Novecento Italiano.

Alla fine dello spettacolo, Antonio Grosso e Antonello Pascale hanno fatto da testimonial per la clownterapia negli ospedali per i bambini, un lavoro volontario che viene svolto per prendersi cura della parte sana dei bambini malati e delle loro famiglie ma che non ha nessun finanziamento: ridere fa bene alla salute, nei teatri così come negli ospedali.

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