Ma che meraviglia svegliarsi la mattina sulla nave Van Gogh con l’acqua del più grande fiume di Francia che scorre sotto la vetrata ed una grande doccia pronta ad accoglierti per iniziare la giornata. Letto comodissimo, temperatura perfetta. Pronti per partire alla scoperta della magica Camargue con Giver Viaggi e Crociere

Prima colazione in nave (ottima), un salto veloce in cabina e siamo pronti per sbarcare a Port-Saint-Louis, porta di accesso alla selvaggia e mitica Camargue. Stiamo per esplorare un luogo unico al mondo, incorniciato da pini e tamerici. Siamo nella zona a sud di Arles, fra il Mar Mediterraneo ed i due bracci del delta del Rodano, quello orientale, il Grand Rhône, e quello occidentale il Petit Rhône.

Con il pullman di Giver traghettiamo fino all’ingresso del parco, un’area di oltre 930 km². Eccoci nel più grande delta fluviale dell’Europa occidentale, qui sostano gli uccelli in arrivo dal Nord Europa e diretti in Africa: ci troviamo proprio in una sorta di “tappa tecnica” sull’asse delle migrazioni.
Il parco è riserva naturale dal 1972 e vi dimorano più di 400 specie di uccelli e fenicotteri rosa che hanno trovato qua, grazie agli stagni di acqua salata, il loro habitat di riproduzione preferito.

Tecnicamente la Camargue è un’isola, con ampie lagune (étangs) di acqua salata divise dal mare da banchi di sabbia e circondate da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate. E’un paesaggio unico, caratterizzato dalla doppia influenza di acqua e sale con un delicato bilanciamento: quelle dolci usate per irrigare addolciscono il nord del delta, mentre l’acqua del mare che viene introdotta per produrre il famoso sale della Camargue aumenta, nella parte sud, la salinità del territorio. Infatti, la Camargue è il più importante centro di produzione di sale marino di Francia. Un tempo le saline appartenevano quasi tutte ai monaci di Psalmody (all’inizio del XII secolo) oggi si estendono per 9800 ettari: l’acqua del mare, dopo essere stata pompata, circola progressivamente fino a consentire la cristallizzazione e si formano cosi montagne di sale alte circa venti metri e lunghe 400.

Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi. E’ la zona umida più grande della Francia e, dal punto di vista biologico, è una delle regioni più ricche dell’Europa occidentale. Meravigliosi sono i famosi cavalli bianchi della Camargue, una razza molto antica il cui allevamento ha preso piede per la conduzione delle mandrie da combattimento, destinate alle arene del villaggio. Tradizionalmente, al maneggio (in francese manade) si scelgono i capi (in francese Triage), generalmente tre, da portare all’arena (abrivado), dopo la tipica course camarguaise, o course a la coccarde ( in italiano corsa camarghese).

Nel cuore della Camargue troviamo uno dei luoghi al mondo che più ci ha emozionato: Sainte Maries sur la Mere.
Costruita tra il IX e il X secolo come fortezza e torre di avvistamento per proteggere gli abitanti dai pirati, la chiesa ha alla base la storia, o la leggenda, delle tre Marie – Maria Salomé, Maria Jacobé e Maria Maddalena – che, in fuga dalla Palestina dopo la morte di Gesù, arrivarono qui con una barca insieme a due apostoli, Lazzaro e Massimino, e ad una serva nera, Sara, dopo aver vagato in mare su una barca priva di remi. La chiesa si chiama, in occitano provenzale, Lei Santas / Lei Santei Marias de la Mar secondo la norma classica o Li Santo / Li Sànti Marìo de la Mar secondo la norma mostraliana, in occitano medievale La Vila de la Mar / Nòstra Dòna de la Mar.

Sempre secondo la leggenda, partendo da Saintes-Maries-de-la-Mer, la Maddalena si sarebbe diretta verso Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Lazzaro a Marsiglia, Marta a Tarascona, mentre Maria Salomé, Maria Jacobé e Sara si sarebbero stabilite in zona per evangelizzare la regione.

La statua delle due Marie sulla barca viene portata in processione nella ricorrenza dello sbarco, mentre quella di Sara, patrona dei gitani, è nella cripta. Nel mese di maggio, il 24, si fa una festa davvero unica: i gitani arrivano da tutto il mondo per venerare la propria santa. I rom considerano infatti Saintes Marie de la Mer la propria capitale.

Con Giver Viaggi e Crociere proseguiamo per esplorare Aigues Mortes. Si trova nel cuore della Camargue del Gard ed è una fortezza medievale circondata da 1634 metri di mura, porte fortificate, venti torri e un camminamento di ronda. Sotto il nome del paese troviamo una indicazione che adoriamo: “Ici nous avons le Temps” , qui noi abbiamo il tempo. Bisogna imparare a prendersi il proprio tempo, il giusto tempo ed una crociera fluviale è perfetta per questo.

Aigues Mortes, dal latino Aquae Mortuae poi, attraverso l’occitano, Aigues Mortes (acque ferme), fu fondata nel XIII secolo da San Luigi – nell’omonima piazza una statua lo celebra ancora oggi – che fece costruire una strada di accesso tra le paludi ed una torre, Tour Carbonniere, con funzioni di vedetta e controllo di accesso al villaggio. Puntava a sviluppare il commercio con l’Italia e con l’Oriente, facendo diventare la città sempre più importante, tanto da costruire un castello, oggi scomparso e, tra il 1242 e il 1248, una torre più grande, nota come torre di Costanza (che nel 1685, con la revoca dell’editto di Nantes diventò una prigione per gli ugonotti). I lavori furono affidati a Guglielmo Boccanegra che era stato già console della città e che ne sarebbe quindi poi diventato l’amministratore per conto del re, insieme ad un altro italiano, Andrea Cominelli. Fu proprio da questo porto che Luigi IX salpò due volte per partecipare alla settima ed all’ottava crociata. La potenza di Aigues Mortes decadde quando la Provenza si riunì al Regno di Francia e il suo porto fu superato da quello di Marsiglia. E’bello passeggiare in queste antiche vie sentendo la storia respirare attraverso le pietre, perfettamente conservate.

Dirigiamoci ora verso la nave, per il pranzo. Se vi state chiedendo come è mangiare sulle navi Giver, la risposta non può che essere positiva: valutate voi dalle foto

Nel pomeriggio andremo verso Arles… nei luoghi che ispirarono Van Gogh, alla ricerca della luce. Nel suo soggiorno ad Arles, circa 15 mesi, dipinse più di trecento opere ma, paradossalmente, nessuna di queste è rimasta in città. Questa nave porta il suo nome, come è chiaro dai pannelli esposti nei corridoi per riproporre alcune opere del grande e sfortunato maestro.

Arles, ville d’art et d’histoire (città d’arte e storica), fu una delle capitali dell’impero nell’età di Costantino come dimostrano i suoi prestigiosi monumenti romani: l’anfiteatro, il Teatro antico, Le Terme di Costantino, la necropoli degli Alyscamps, la cattedrale romanica di Saint Trophime e tutte le altre splendide architetture medievali Patrimonio Unesco dal 1981.

Basta fare una passeggiata con la guida di Giver per comprendere come tanta bellezza abbia potuto attirare la sensibilità artistica di Van Gogh…

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