E’ questo un trattato filosoficamente brillante, ricco di parecchie verità. Una denuncia contro i mali generati dalla stupidità umana. Moreno Castillo dice che gli stupidi sono dappertutto. Non è sempre facile, dice l’autore, capire ciò che separa la stupidità dalla malvagità. E indica delle regole. La linea comune è certamente la conoscenza di sé. Da Socrate abbiamo imparato il “conosci te stesso” e per conoscere noi stessi la prima regola è ammettere le nostre possibilità e i nostri limiti, liberarci dalla presunzione di sapere tutto. Pensiamo ai politici, la cui maggioranza pecca di stupidità. O perché lo è davvero oppure perché, al mondo d’oggi, è più conveniente.

Gli stupidi sono strasicuri mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. Le persone intelligenti sanno quello che fanno, riflettono sugli errori che possono aver commesso e ciò li porta a mettere in dubbio le proprie idee e a non accontentarsi mai di quel che sanno. Un uomo saggio non può mai essere soddisfatto di quello che sa. E se lo è non è un uomo saggio. Gli stolti, invece, ignorano la propria limitazione e nemmeno sanno che possono aver commesso errori.

Oltre all’idiozia c’è anche la cattiveria umana che ha causato molte catastrofi. Molte persone perverse hanno fatto tanto danno per il proprio tornaconto ben sapendo quello che facevano. La scarsa intelligenza è più dannosa della cattiveria peerché è più facile combattere contro la seconda che contro la prima. Con una persona malvagia si può dialogare, fargli capire che può essere migliore diventando una persona buona. Uno stupido, invece, non è aperto al ragionamento. Le lezioni di umiltà non sono facili da accettare ma sono proprie delle persone intelligenti, quelle persone che, come il buon vino, migliorano con il tempo.

Gli intelligenti si preoccupano di cose per le quali vale la pena preoccuparsi, non dare ai problemi più importanza di quanto ne meritino è proprio delle persone intelligenti.

La persona intelligente è capace di accontentarsi del poco che ha senza dispiacersi e senza fare finta di disprezzare ciò che non ha. Al contrario, chi è poco intelligente non sa essere felice pur avendo a disposizione i mezzi per esserlo. Pensiamo per esempio agli alunni che bullizzano i compagni più deboli ottenendo piacere da quello che per le persone intelligenti è difficile da capire. Chi gode delle sofferenze altrui è uno sciocco. Conosce il danno che fa, il piacere che prova nel far male agli altri.

E’un piacere meschino, stupido. Esercizio indispensabile per mantenere la mente aperta e la testa a posto è la lettura di buoni libri, in particolare di storia. Gli stolti con le loro stupidaggini non hanno tempo di studiare la storia. Se avessero conosciuto meglio il passato e avessero ricordato le cause stupide per le quali gli uomini si sono uccisi nel corso della storia sarebbero tutti moderati.

Leggendo i pensatori classici si impara la modestia, virtù inseparabile dall’intelligenza che è ignorata dagli sciocchi. Albert Camus ne “L’uomo in rivolta” diceva sulle nostre relazioni con gli altri: “l’avvicinarsi a persone più sagge e colte di noi è un buon metodo per ridurre la nostra dose di stupidità. Con gli stupidi che incontriamo inevitabilmente ogni giorno bisogna frapporre la maggior distanza possibile, sempre con cortesia, con educazione, perché la stupidità non toglie la condizione di essere umani e, di conseguenza, anche l’uomo più ottuso deve essere trattato con buone maniere”.

Tina Bottani

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