“La critica italiana di quegli anni dedicò molta attenzione ai Quadri delle facoltà, commissionati dall’Università di Vienna ma infine ritirati da Klimt dopo le critiche ricevute, dei quali l’ultimo e più rivoluzionario, La Giurisprudenza, fu presentato a Roma nel 1911. Di questi tre dipinti, andati distrutti nel 1945 e fotografati solo in bianco e nero, proponiamo al pubblico qui, per la prima volta, la ricostruzione dei colori realizzata, ricorrendo al machine learning e all’intelligenza artificiale, da un gruppo di lavoro coordinato dal Belvedere nell’ambito del progetto su Klimt di Google Arts & Culture”, spiegano Franz Smola, curatore del Belvedere di Vienna, Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintendente capitolina ai beni culturali e Sandra Tretter, vicedirettrice della Klimt Foundation


foto di Anna Maria De Luca

Nel 1894 Gustav Klimt e Franz Matsch ricevono l’ordine dal Ministero della Pubblica Istruzione di dipingere allegorie monumentali per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna. Klimt assume l’esecuzione delle rappresentazioni Filosofia, Medicina e Giurisprudenza. Questi quadri monumentali sono considerati le opere principali dell’opera di Klimt oggi. In esse, Klimt ha trattato l’erotismo e la sessualità in un modo che nessuno a Vienna aveva osato fare prima di lui. Sin dalla loro prima presentazione, le opere suscitano l’indignazione generale del pubblico e del contesto politico, tanto che il Ministero decide di non farle appendere come previsto inizialmente. Klimt rinuncia quindi all’incarico e restituisce l’onorario che gli era stato anticipatamente versato. Due dei dipinti delle facoltà finiranno nelle mani di un privato, uno entrerà in una collezione museale. Sfortunatamente, tutti e tre i dipinti furono distrutti negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale

Ciò che rimane di queste opere andate perdute nel 1945 durante un incendio scoppiato al castello di Immendorf in Austria, sono solo alcune immagini fotografiche in bianco e nero e articoli di giornale. La sfida di Google Arts & Culture è stata quindi di ricostruire digitalmente i pannelli a colori, attraverso il Machine Learning (un sottoinsieme dell’Intelligenza Artificiale) e con la consulenza del dott. Franz Smola, curatore della mostra e tra i maggiori esperti di Klimt al mondo


foto di Anna Maria De Luca

Partendo da una ricerca condotta dallo stesso Smola su descrizioni che gli studiosi del tempo e giornalisti avevano fatto dei tre dipinti ancora esistenti, il materiale raccolto è stato messo a confronto con le colorazioni utilizzate da Klimt nei dipinti realizzati in quello stesso periodo e ancora esistenti. Da qui, Emil Wallner, programmatore creativo per Google Arts & Culture, ha programmato un algoritmo di machine learning per creare un modello statistico di texture, motivi e colori di ciò che rimaneva dei Quadri delle Facoltà; Smola e Wallner hanno quindi hanno preso i riferimenti cromatici e li hanno aggiunti con cura ai tre dipinti di Klimt. Mettendo insieme le testimonianze in bianco e nero e i riferimenti cromatici, il modello statistico è stato in grado di collegare i motivi in scala di grigi con le colorazioni dei dipinti di Klimt ancora esistenti, restituendo ai Quadri delle Facoltà i loro colori originali.

foto di Anna Maria De Luca

Inoltre, sulla piattaforma Google Arts & Culture si propone un confronto fra due opere iconiche dell’importante artista austriaco, curato da Franz Smola. Il confronto tra il Bacio conservato al Belvedere di Vienna e Le tre età della donna della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, permetterà di ammirare attraverso una narrazione immersiva e tecnologie digitali all’avanguardia, due opere che, pur non essendo esposte in mostra, caratterizzano il percorso artistico di Klimt. La tecnologia riesce ancora una volta a dare maggiore luminosità ed emotiva interpretazione alla cultura mediante nuovi contenuti lanciati su piattaforma digitale. “Potrebbe non essere casuale che, nell’ambito della mostra, i due dipinti citati siano stati contrapposti da Klimt in modo tanto marcato. In effetti la loro tematica è simile e potrebbe essere descritta come un’interpretazione simbolica dei momenti salienti della vita umana. Se nella Coppia di amanti (Il bacio) i protagonisti raggiungono un picco emotivo, nelle Tre età la grazia della giovane maternità e il peso della vecchiaia si fronteggiano come poli opposti” (Franz Smola).

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Sempre a proposito della mostra in corso nel Museo di Roma:

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