Come direttrice di www.classtravel.it non posso non segnalare ai nostri lettori un caso eclatante accaduto oggi e che, a livello di comunicazione, ci obbliga ad aprire gli occhi sulle nostre scelte anche quando decidiamo dove andare in viaggio. A cosa mi riferisco? Oggi diversi giornali hanno ritenuto di mettere in apertura di pagina, il “caso” del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. “Caso” perché tale hanno fatto diventare i media una semplice conversazione goliardica avvenuta sul palco del Maxxi tra Sgarbi e l’amico Morgan.

E qui si apre il mistero: come è potuta diventare notizia una conversazione che in sé non contiene alcuna notizia né nel contenuto – dato che il tema delle donne è uno dei temi classici di Sgarbi – né nella forma – dato che Sgarbi è da sempre ipnotico nei suoi arabeschi di parole colorate sul palcoscenico – né tantomeno nella morale – dato che nulla di falso è stato comunicato ma solo la pura e semplice verità? Come è diventata notizia da conquistare spazi più della guerra in corso e di tutte le altre cose accadute ieri? Dei criteri di notiziabilità, nessuno è presente. Tantomeno il tempo: nessuna immediatezza nello scrivere hanno avuto i giornali, eppure centinaia di persone erano testimoni nel teatro quella sera, ad assistere, divertite, allo spettacolo.

Ma anche i misteri hanno una spiegazione. E la chiave quindi potrebbe essere la falla, cioè questa: la conversazione pubblica che oggi è oggetto di analisi e controanalisi sui media di ogni sorta è avvenuta ben quattordici giorni fa. Quindi: da dove nasce oggi “la notizia”? Da una lettera delle dipendenti del Maxxi, partorita però 14 giorni dopo il fatto. E’ noto a chiunque si sia minimamente occupato di organizzazioni che in nessuna azienda o organizzazione di sorta una lettera firmata a più mani possa nascere senza una regia sindacale o politica. E fa sorridere il fatto che abbiano impiegato 14 giorni ad accordarsi su cosa scrivere.

Cari lettori di www.classtravel.it, Paul Lazarsfeld già nel 1944 diceva che i media hanno il potere di “strutturare i problemi”. Il “caso Sgarbi” è una pagina di sociologia della comunicazione, o meglio, di manipolazione della comunicazione che deve aiutarci ad aprire gli occhi sulla verità di ciò che leggiamo, anche quando si tratta di consigli di viaggio. Nel nostro giornale non c’è pubblicità di sorta, neanche le sponsorizzazioni di Google ed oggi siamo orgogliosi di poter dire: la nostra voce non si vende, la nostra voce è vera.

Quindi continuate a seguirci e, se volete un consiglio, portate sotto il vostro ombrellone non un romanzo ma qualche testo di sociologia della comunicazione e di psicologia sociale per tenere sempre a mente le implicazioni della mediazione simbolica. Vi serviranno per difendere la vostra libertà di analisi e di critica.

Anna Maria De Luca

direttore@classtravel.it

COMMENTA