Un ritmo incalzante, colpi di scena e risate sopra risate: godibilissimo, al Teatro de’ Servi, il Teorema della Rana con Luca Ferrini, Alberto Melone, Valentina Martino Ghiglia, Lucia Tamborrino, Paolo Roca Rey, Guglielmo Lello, Davide Sapienza, Veronica Stradella. Regìa di Luca Ferrini.

Gli attori sbucano da ogni parti nella sala strapiena di pubblico: dalla platea, dalla galleria, da ogni entrata laterale: tutto diventa spazio scenico. Una vera e propria farsa comicissima dai ritmi frenetici che inizia con il tentativo del protagonista, Daniele Gargiulo (Luca Ferrini), di rinunciare alle sovvenzioni statali per il suo teatro. Lo spettacolo si apre infatti con la call in viva voce al Ministero della Cultura dove Gargiulo tenta di farsi revocare i sussidi ricevuti. Operazione impossibile, in un ginepraio di burocrazie labirintiche dal quale diventa impossibile uscire.

foto @classtravel.it

Il Teorema della rana, adattamento attualizzato e personalizzato dell’opera di N.L. White, ci regala momenti di grande comicità che ruotano attorno al protagonista, il proprietario del Teatro de’Servi che, per evitare il fallimento, in tempo di Covid, ha approfittato di tutti i sussidi governativi possibili e immaginabili avviando una giostra di bugie ed inganni ma ora che ne vuole venire fuori scopre quanto sia difficile scendere dalla giostra. Nel momento in cui si pente e cerca di rimediare ecco che scoppia il caos e tutto diventa grottescamente ingarbugliato. E’ evidentemente il racconto di quanto sia difficile per i teatri restare a galla ed è significativo che questo racconto avvenga proprio nello storico Teatro de’Servi,  nel cuore di Roma a pochi passi da Fontana di Trevi,  inaugurato il 26 aprile 1957 da una Compagnia diretta da Eduardo de Filippo, con la prima assoluta di “De Pretore Vincenzo”. Ne ha passate di cotte e di crude questo gioiellino di cultura, per arrivare a noi: vita difficile sin da primo giorno quando, dopo la prima di “De Pretore Vincenzo”, il Vicariato censurò lo spettacolo e il teatro che, nuovo di zecca, restò chiuso per alcuni mesi, tra grandi polemiche cittadine (la regia era dello stesso Eduardo, scene di Titina de Filippo e musiche di Renzo Rossellini. Interpreti principali Achille Millo e Valeria Moricone, al suo debutto teatrale). Superato il periodo delle censure arrivò quello delle architetture: negli anni Ottanta, con le nuove normative sulla sicurezza nei luoghi di pubblico spettacolo, iniziò un periodo difficile come per molte sale teatrali di Roma. Alla fine della stagione del 1983 il teatro De’Servi venne chiuso per un anno per importanti lavori di adeguamento, per riaprire nel 1984, con una capienza totale di 252 posti, richiudere nel 1988. per altri lavori di adeguamento alle norme e riaprire poi nel 1990. Dal 2002 è gestito dalla società La Bilancia, che si è occupata di ristrutturare ambienti e impianti affidandosi all’esperienza dell’architetto scenografo Massimo Marafante.

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In scena Gargiulo, per salvare il teatro dai debiti post pandemia e dagli scarsi finanziamenti alla cultura, froda il Ministero e la Previdenza Sociale non per arricchirsi ma per far sopravvivere la sua creatura, il teatro, e chi ci lavora. Perché, vi chiederete, Il Teorema della rana? La mente va naturalmente al principio della rana bollita del filosofo americano Noam Chomsky, ma in realtà lo spettacolo si ispira ad un libro di spionaggio “Il teorema della rana”, dove il protagonista inventava una serie di false verità, e identità per ricevere assegni di denaro da parte delle istituzioni. In scena accanto a Gargiulo, il presunto morto Mattia Badalamenti (Alberto Melone), Raul (Simone Balletti), il cugino complice di Gargiulo che lo aiuta a ideare false identità, reti d’imbrogli e raggiri, la moglie di Gargiulo, Giulia (Chiara Bonome), l’assistente sociale (una bravissima Valentina Martino), il responsabile della previdenza sociale (Paolo Roca Rey) costruiscono un teatro nel teatro ed una narrazione su più piani narrativi, climax dopo climax. Uno spettacolo coinvolgente che trascina il pubblico in un labirinto di satira e comicità dal quale non si vorrebbe mai uscire. E dopo 90 minuti di spettacolo ci si alza dalla poltrona pensando “peccato che sia finito”!

Anna Maria De Luca

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