La nostra rivista ha accettato l’invito di partecipare alla nona edizione dell’Expo del Turismo Culturale in Sardegna, evento organizzato dalla Fondazione Barumini sistema cultura, dal 23 al 25 novembre. Memore di un viaggio a Barumini nel 2014, invitati dall’allora sindaco Emanuele Lilliu ed attuale presidente della fondazione, abbiamo accettato con entusiasmo di tornare a Barumini proprio nei giorni in cui diventa il centro del turismo archeologico nell’isola. L’occasione, quest’anno, è ancora più importante perché l’evento avviene in vista dell’apertura del primo corso di laurea in Restauro Archeologico dell’Università di Cagliari e che avrà come sede il Laboratorio di Restauro Archeologico di Barumini.

Atterrati  a Cagliari, si prende la statale 131 fino al bivio per Barumini al km 40,900. Siamo in Marmilla, tra la piana del Campidano centrale, il versante settentrionale del Monte Arci, quello nord-orientale della Giara e la Trexenta. Il nome sembra che derivi dalla forma del colle di Las Plassas. Gramsci nacque da queste parti, esattamente ad Ales, che ora si trova, nella geografia della recente Provincia del Medio Campidano, in Alta Marmilla. Giusto il tempo di orientarsi con il  confine della Bassa Marmilla (la linea che separava la Provincia di Cagliari da quella di Oristano) ed ecco che, ad un chilometro  da Barumini, sulla strada per Tulli, si svela la bellezza di su Nuraxi, unico sito archeologico della Sardegna dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (1997): è il più imponente (e meglio conservato) tra i trenta siti nuragici vicini. Gli scavi archeologici furono condotti a metà del XX secolo da Giovanni Lilliu.

Al ‘padre’ degli archeologi sardi è stato intitolato il centro culturale a pochi passi dal nuraghe, dove si alternano eventi, concerti e mostre (permanenti e temporanee) di archeologia e artigianato in uno scenario inimitabile. Ed è proprio qui che si tiene l’Expo: nella moderna struttura nata per studiare e valorizzare i segni straordinari lasciati dall’uomo in queste terre. Sono circa centomila i visitatori che ogni anno scelgono Barumini e che arrivano in questo centro capace di coniugare informazione scientifica e promozione, approfondimenti sul patrimonio archeologico della Marmilla ed enogastronomica. Il centro è ovviamente dedicato a Giovanni Lilliu, uno dei padri della Sardegna contemporanea.

Nell’Expo incontriamo Francesco e Ireneo, due maestri di launeddas

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E scopriamo la scuola di restauro

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Quest’anno l’Expò vede anche la partership di Pula dove, domenica 25, saranno in scena tanti altri importanti appuntamenti.

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Questo il programma:

  • WORKSHOP B2B 
  • Stand Espositivi dei beni culturali, enogastronomia e artigianato artistico
  • Convegno “Il restauro nei beni culturali come opportunità di promozione e sviluppo del territorio”
  • Conferenza “Giovanni Lilliu, Sardus Pater: intellettuale e studioso di Sardegna”
  • Conferenza “La Sardegna Verso l’Unesco e le sue attività”
  • Seminario “Il Patrimonio UNESCO e l’impatto del cambiamento climatico. Un confronto sull’importanza della tutela del Patrimonio”
  • Inaugurazione mostra “Il Patrimonio Unesco in Sardegna”
  • Tavola Rotonda “Nora e Barumini: un immenso patrimonio alla sfida del tempo”
  • Presentazione casi studio “Gestione siti e luoghi della cultura in Sardegna”
  • Presentazione del libro “Il Cuoco dei Presidenti”, vita e ricette di un marinaio al Quirinale di Pietro Catzola
  • Restauri Aperti visita al Laboratorio di Restauro di Barumini a cura della Sabap
  • PhotoWalk presso l’Area Archeologica Su Nuraxi di Barumini, il Polo Museale Casa Zapata e il Centro Giovanni Lilliu
  • Laboratori Aperti a cura della Fondazione Barumini Sistema Cultura e della Fondazione Pula Cultura
  • Laboratori, Dimostrazioni e degustazioni
  • Show Cooking

Quando l’archeologo Giovanni Lilliu scoprii il sito archeologio nel corso degli anni ‘40-’50, quasi nessuno badava a quello che per molti era solo un cumulo di pietre. Lilliu andava lì a giocare, da bambino, e a scoprire ed immaginare cosa poteva essere nascosto sotto i suoi piedi: un maestoso nuraghe circondato da un ampio villaggio che racconta di una civiltà sviluppatasi in Sardegna lungo un arco cronologico di circa 1000 anni (1500-500 a.C). Nella fondazione a lui dedicata, tra i suoi appunti, troviamo un passaggio che racconta bene la sua straordinaria esperienza: “Una domanda mi viene sovente: come e perché io, nato tra gli umori della campagna in una famiglia portata per necessità alla concretezza della vita e del lavoro, sia potuto finire nell’incanto dell’archeologica. Una professione non comune che i miei mannus, se oggi non dormissero nel piccolo cimitero di Barumini tra gli olivi di Paiolu, e se fossero invece presenti, non avrebbero capito e forse avrebbero contrastato, con i piedi per terra com’erano“.

E, più avanti, quella che a noi appare come una risposta: “Il momento dello scavo è il momento magico ..via via che si scende nei diversi e successivi livelli è come se ci si calasse progressivamente, di piano in piano, nel cuore più profondo dei tempi lontani. Ogni manciata di terra che leva la pala o la mano, col suo carico di reperti, è come un incantesimo di resurrezione, una spora delle origini riconsegnata alla posterità per riconsiderarla, riparteciparla, riviverla, a dimostrazione che il cosmo è una continuità e che la rottura – la morte del mondo – è solo apparenza“. 

A vedere oggi la quantità di gente venuta per l’Expo da ogni parte d’Europa, in particolare molti tour operator spagnoli, la mente va proprio a lui, a Giovanni Lilliu che, da qualche angolo del cielo ci strizza l’occhio, contento che il centro che porta il suo nome continui a dare lavoro agli abitanti, cultura ai turisti ed un futuro ai giovani. In Sardegna fino ad ora sono stati censiti oltre 7000 nuraghi costruiti tra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente con funzione strettamente militare. “Su Nuraxi” risulta ancora il più rappresentativo tra quelli che potrebbero essere definiti come castelli di tremila anni fa, vissuti fino all’età  del Ferro e talvolta anche dalle popolazioni che subentrate a quella nuragica.

Anna Maria De Luca

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