Con prefazione di Vincenzo Mastronardi e presentazione di Virginia Ciaravolo

Pagine 160, prezzo 19,00 euro in libreria il 3 novembre

Il testo analizza una problematica impossibile da ignorare, una questione sociale che richiede a gran voce giustizia e risoluzione. L’autore propone dati precisi e chiari, fornendo un’analisi preoccupante ma realistica del femminicidio in ItaliaLa morte di una donna per femminicidio è l’epilogo di una storia di violenze, che sconvolge una comunità, segna in modo indelebile la vita di più famiglie, lascia bambini orfani, trasmette alle generazioni future un senso di insicurezza. È una tragedia che interroga le coscienze e costringe a ripensare il rapporto uomo donna. Ma cosa si intende per femminicidio? E perché si viene uccise? Perché si muore? E dei bambini e delle bambine loro figli/e chi si occupa? Il libro cerca di dare risposte a queste domande attraverso la trama che unisce le storie di donne vittime di femminicidio e pone la necessità di prevedere nell’ordinamento penale il reato di femminicidio. L’opera si completa con i dati di una ricerca sui casi di femminicidio avvenuti in Italia tra il 2018 ed il 2022, confrontati con i dati forniti da Istat, Eures, Servizio Analisi Criminali del Ministero dell’Interno. Ne risulta un quadro aggiornato della diffusione e dell’andamento del fenomeno in Italia e nelle diverse regioni italiane. «In Italia, di fatto, manca una lettura di genere dei casi di uccisione o morte di una donna. Sia gli organi di informazione, sia le agenzie e gli enti di statistica, sia gli organi di polizia rilevano solo le uccisioni volontarie di donne e senza un orientamento di genere, conseguentemente i dati che riportano non corrispondono alla reale diffusione del fenomeno del femminicidio.»

Antonio Gioiello, nato a Corigliano Calabro nel 1960, è psicologo-psicoterapeuta con esperienza nel settore delle dipendenze patologiche, della salute mentale e dei disturbi da abusi e maltrattamenti. Lavora all’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza presso il Centro di Salute Mentale di Corigliano Calabro. È presidente dell’associazione Mondiversi ets che gestisce il Centro Antiviolenza Fabiana e due Case Rifugio per donne vittime di violenza. È componente dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere della Calabria.

COMMENTA