Stasera Chiara Bonome è Else Laske-Schüler, è Claire Waldoff, è Anita Berber e Valeska Gert: lei è DIVA, Una Sinfonia per Weimar uno spettacolo di Bruno Maccallini su drammaturgia di Antonella Ottai. E, dal palco, ci ricorda come la democrazia non sia una conquista che possiamo dare per scontata.

Lo spettacolo, che sarà riproposto in forma integrale il 23, 24 e 25 aprile al Teatro Vascello, fa patrte di una trilogia che comprende “Stasera ho deciso di venirmi a trovare per fare due chiacchiere con me stesso” e “Grotesk! Ridere rende liberi”, omaggio alla complessità della Repubblica di Weimar, nata esattamente cento anni fa.

Quindici anni durò la sua costituzione avanzatissima in tema di democrazia e diritti sociali, prima di sprofondare sotto o colpi del nazismo: per questo Weimar è oggi una parabola evocata per ammonire su come, nelle luci di una comunità socialmente avanzata, siano sempre in agguato le ombre della barbarie. Ma se questo è oggetto di una discussione ancora attuale, rimane fuor di ogni dubbio che, dal punto di vista culturale, l’epoca di Weimar sia stata fra le più brillanti mai conosciute e che il suo campo sperimentale abbia investito ogni settore dello scibile umano, dalle arti tutte alle scienze al costume politico e sociale.

Lo spettacolo si affida ad un personaggio immaginario, nel quale prende consistenza una figura determinante, DIVA, la Nuova Donna. In lei confluiscono le diverse performance di cantanti, attrici, poetesse e personalità varie che in tutti i campi stavano rivoluzionando l’immagine del femminile: si tratti di figure liriche come DIVA le riassume tutte.

La cornice scenica elettiva di queste disparate protagoniste – ma anche di altri celebri esponenti dello spirito di Weimar, drammaturghi, giornalisti, cabarettisti non meno che maghi – è uno dei caffè più celebri e celebrati della Berlino degli anni Venti, il Romanisches Café, che storicamente rappresentò un luogo di ritrovo intellettuale di carattere internazionale. Il suo capocameriere, Karl – confidente e amico personale di molti dei protagonisti del nostro racconto – accompagna e sostiene con i suoi racconti DIVA e, allo stesso tempo, offre al pubblico un “dietro le quinte” di quanto ogni giorno animava il palcoscenico della capitale.

Se DIVA è interpretata da Chiara Bonome, corpo performativo dello spettacolo, il personaggio Karl è incarnato da Bruno Maccallini, un maestro di cerimonie Mutatis mutandis, che ricorda una sorta di Ridolfo della goldoniana Bottega del caffè. Due personaggi che si assimilano ai molteplici reduci dal disastro comune della grande guerra, ai profughi dalle rivoluzioni che avevano dato lo scossone finale agli imperi, ai rifugiati politici, viaggiatori curiosi del nuovo o inviati speciali, e che vivono appieno Berlino quale luogo di passaggi e incontri fra i più significativi del Novecento. A interpretare musicalmente questo particolarissimo mood è Pino Cangialosi, autore di composizioni originali ed elaborazioni di brani d’epoca che spaziano dal popolare all’avanguardia, creando relazioni stimolanti con le parole della poesia come del divertissement.

Attraverso una selezione di autori – da Brecht a Klabund, da Laske-Schueler a Tucholsky, da Hollaender a Weill, da Eisner a Gruenbaum – e di opere – poesie, song, brani orchestrali e brani satirici di cabaret – lo spettacolo attraversa alcune delle tematiche centrali in quegli anni, il rifiuto del militarismo e delle guerra, l’immagine del femminile e la rivoluzione dei comportamenti sessuali, le sperimentazione artistiche d’avanguardia, la minaccia della disoccupazione, il razzismo crescente e la ricerca di un capro espiatorio che pagasse le colpe di una situazione economica che, dopo il ’29, era diventata insostenibile.

I biglietti sono prenotabili alla mail info@kabarettweimar.com  o telefonando al numero +39 348 1867075. Potranno poi essere acquistati e ritirati direttamente la sera dello spettacolo, a partire da un’ora prima.

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