Torino

Teatro Gobetti

15 – 20 gennaio 2013

ANTIGONE OVVERO UNA STRATEGIA DEL RITO

da Sofocle

regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso

CTB Teatro Stabile di Brescia/Le Belle Bandiere con il sostegno del Comune di Russi

 

Martedì 15 gennaio 2013, alle ore 19.30, debutterà al Teatro Gobetti (via Rossini 8 – Torino) ANTIGONE OVVERO UNA STRATEGIA DEL RITO da Sofocle, progetto e elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, con la regia di Elena Bucci e la collaborazione di Marco Sgrosso. Lo spettacolo è interpretato da Elena Bucci, Marco Sgrosso, Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto, Gabriele Paolocà. Disegno luci Maurizio Viani; drammaturgia del suono Elena Bucci, Raffaele Bassetti; suono e sensori Raffaele Bassetti; luci Loredana Oddone, costumi Nomadea e Marta Benini.

Antigone, prodotto dal CTB Teatro Stabile di Brescia e Le Belle Bandiere con il sostegno del Comune di Russi –  sarà replicato al Gobetti, per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino, fino a domenica 20 gennaio.

Elena Bucci e Marco Sgrosso, hanno creato la compagnia Le Belle Bandiere nel 1992, dopo aver lavorato nel nucleo storico del Teatro di Leo dal 1985 al 2001.

Impostisi da tempo per la rilettura dei classici in chiave contemporanea, attraverso l’utilizzo di un linguaggio teatrale vicino alla sensibilità del nostro tempo, i due artisti affrontano per la prima volta in termini autonomi la tragedia antica.

Antigone è un’opera di contrasti estremi, limpidi e insanabili, a cominciare dal nucleo primario che oppone la ragione del cuore della protagonista alla ragione di stato di Creonte, figure mastodontiche nella loro umana vulnerabilità. Come scrive Heinar Kipphardt, la giovane va incontro alla rovina a causa della propria inflessibilità e della durezza dei principi che ispirano le sue azioni.

Antigone poggia su una motivazione “necessaria”, che ha spinto autori come Anouilh e Brecht a riscrivere il mito adattandolo alla propria epoca: l’eterno conflitto tra legge ed etica e tra pietà e necessità. «E se pure questo è il dilemma che sottende alla tragedia di Sofocle – scrive la Compagnia – l’allestimento ne sottolinea l’urgenza in una serie di contrasti dialettici che appartengono all’oggi come alla classicità, che impongono una riflessione sullo sguardo del qui ed ora del potere o quello prospettico del cieco Tiresia, impongono una impossibile conciliazione fra sentimento e ragione, fra legame di sangue e legame sociale, oppongono la pulsione a vivere comunque di Ismene a quella di morte di Antigone.