Si può ancora dire su Venezia qualcosa che non sia già stato scritto, raccontato, visto? Si. In modo sorprendente, Thomas Jonglez – autore di “Venezia insolita e segreta”, premiato come migliore guida di viaggio per l’editoria indipendente – e Servan Giol, trasferitasi a Venezia da oltre venti anni e collaboratrice di Harper’s Bazaar e Vogue Germany, sono riusciti in ad individuare il Soul of Venezia. È questo il titolo di una guida che, su oltre mille luoghi testati, ne racconta 30 e li fa narrare da chi li vive e gestisce.

In questa guida, scrivono gli autori, “non troverete le leggende sul Ponte dei Sospiri o come fare un giro in gondola o gli orari di apertura di Palazzo Ducale, ma troverete una libreria che prende acqua, granchi molto speciali, il miglior ristorante di Venezia, dove camminare sull’acqua, i segreti del baccalà e gli artigiani medievali”. Giusto per cominciare.

Troverete le dritte per entrare nella Basilica di San Marco senza fare file estenuanti, come visitare privatamente la Torre dell’Orologio in Piazza San Marco per un aperitivo chic, seguirete la via della seta entrando in grandi famiglie che conservano ancora uno dei seimila telai che lavoravano a Venezia nel 1500. Interessanti sono le interviste a persone chiave della vita della città che ci aiutano a capire lo stile quotidiano, a respirare l’aria e i gusti veneziani: da Arrigo Cipriani a Francesco Agopyan, da Paolo Lorenzoni a Catherine Buyse Dian.

Tra le idee particolari che vengono suggerite al lettore, dormire nell’unica stanza al mondo che conserva un Tiepolo, affittare il piano nobile di uno dei palazzi più belli, entrare nella tana di un genio, vivere la stanza delle curiosità dei grandi esploratori veneziani, deporre le scarpette da danza sulla tomba di Djagilev, scoprire le Tapas veneziane cioè i cichetti che vanno degustati rigorosamente in piedi, come evitare i vetri taroccati che vengono spacciati per Murano, quali periodi scegliere per trovare la pasticceria stagionale: le frittelle si trovano solo a febbraio e per alcune settimane, a novembre compaiono le fave dei morti, dopo l’11 i cavalluccio di San Martino.

E se volete portarvi a casa un souvenir, ecco un interessante approfondimento sull’arte della pantofole veneziane in velluto, inventate intorno al 1800: le friulane, calzature create con materiale riciclabile suoi sono realizzate con vecchi tessuti e pneumatici per biciclette. I gondolieri iniziarono ad usarle dopo la prima guerra mondiale perché non graffiano le gondole e sono flessibili ed antiscivolo grazie alla suola in gomma.

Infine, se siete alla ricerca di un ritiro spirituale, l’isola di San Francesco del deserto, uno dei luoghi più belli dell’intera laguna, dove soggiornò, forse, anche San Francesco d’Assisi.

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