E dopo una bella colazione al Radisson Blu Hotel di Tromsø (in sami Romsa) eccoci pronti per andare a prendere due traghetti ed attraversare due fiordi con Giver Viaggi e Crociere. L’aria è frizzantina, dieci gradi, il cielo è limpido ed i colori sono splendidi sotto il sole di mezzanotte

Ci spiega Christian, il tour leader di Giver, che per gli abitanti di
Tromsø la montagna davanti alla città è il loro indice per l’inverno: quando la neve fresca copre la cima, in circa sei giorni al massimo la neve arriva in città, anche a settembre.

Prima di partire da Tromsø , una visita alla cattedrale è d’obbligo. Grande esempio di architettura neogotica, è la cattedrale protestante più a nord del mondo, l’unica, in Norvegia, costruita interamente in legno.

Prendiamo il traghetto per raggiungere Alta. La navigazione è favolosa, tra paesaggi incantevoli. Il primo traghetto ci porta a Ullsfjord, il secondo traghetto a Lyngernfjord e STorfjord. Le Alpi norvegesi, Ljngen Alps, sono un’emozione infinita, difficile staccare lo sguardo.

Siamo nell’estremità settentrionale della Norvegia, ben oltre il circolo polare artico. Ad Alta c’è il più importante osservatorio al mondo sull’aurora boreale, costruito qui alla fine del XIX secolo. Siamo nella più grande cittadina della contea più settentrionale della Norvegia, ella parte più interna dell’Altafjord, una delle zone più pescose al mondo. Nel fiume di Alta si prendono più di venti tonnellate di salmoni ad estate.

Alta è la prima città sami che incontriamo: un luogo magnifico per vivere la cultura Sami da vicino e ammirare le incisioni rupestri protette dall’UNESCO. Impariamo qui che bisogna dire Sami e non Lapponi, termine che invece viene utilizzato in modo dispregiativo, un po’come dire “terrone” ad un meridionale. Il primo racconto sui Sami fu pubblicato nel 1555 da uno svedese, Olaus Magnus, che in “Historia de Gentibus Septentrionalibus”, ne descrive usi e abitudini. Erano allevatori di renne, per lo più nomadi ed abitavano in capanne chiamate kota o in tende dette Layvu.. Oggi sono stanziali e ultra tecnologici (la renna capobranco ha il gps), hanno bellissime case e svolgono lavori di ogni tipo, non più legati solo all’economia della renna. Se volete portare a casa qualche souvenir del popolo Sami, interessanti sono quelli disegnati nel corno di renna.

Seguendo le rive del mare andiamo verso il patrimonio Unesco del Paese: le incisioni rupestri protette a Hjemmeluft, un insediamento risalente al periodo compreso tra il 4200 e il 500 a.C. Inestimabile il loro valore.
Dal momento che non esistono reperti  scritti di quel periodo, non c’è modo di conoscere il significato dei graffiti ma si ipotizzano riti sciamanici e simboli totemici tribali.
Le prime incisioni vennero scoperte nell’autunno del 1972 nella baia dei pinnipedi (traduzione della parola sami “Jiepmaluokta”) a circa quattro chilometri dal centro di Alta. Seguirono migliaia di altri ritrovamenti nei dintorni della città, soprattutto nella zona di Jiepmaluokta dove ad oggi risultano tremila dei totali cinquemila graffiti.

Nel 1991 il museo di Alta fu spostato nell’attuale posizione. E’un museo ad altissimi costi di mantenimento: basta considerare la manutenzione, con questi climi, dei tre chilometri di passerelle di legno, nella vegetazione, sulle quali bisogna camminare per vedere i graffiti a Jiepmaluokta.

Interessanti nel museo di Alta la mostra sugli abiti sami e il racconto della seconda guerra mondiale. Importante ricordare infatti l’incidente del
vascello tedesco Altmark che, nel 1940, con a bordo 303 prigionieri di guerra inglesi, ottenne l’autorizzazione ad attraversare le acque territoriali norvegesi. In base alle leggi internazionali, tutti i vascelli non combattenti ma appartenenti ad una nazione in conflitto potevano cercare rifugio in acque neutrali, se autorizzati. Intercettato dai cacciatorpedinieri inglesi, l’Altmark si rifugiò in un fiordo. Conseguenza: gli inglesi entrarono nel fiordo, uccisero sette soldati tedeschi e liberarono i prigionieri. Il fatto portò gli Alleati a dubitare della neutralità della Norvegia e prepararono un piano per depositare mine navali nella regione. Hitler ordinò dunque l’invasione, per anticipare i piani di Churchill ed impedirgli di controllare il porto di Narvik. Il museo di Alta racconta tutto questo. Nel 1993 ha ricevuto l’European Museum of the Year Award.

E’ora di riposare anche se il sole è ancora alto in cielo, come sempre in questo periodo. Usciamo dal museo e dirigiamoci verso il nostro hotel. Giver ha scelto, come sempre, un’ottima sistemazione, il Thon Alta.

hotel ad Alta

Ma prima di andare a nanna, una passeggiata per vedere la famosa cattedrale delle luci del Nord che è anche il centro della città. Si trova a a circa 500 km a sud del Circolo Polare Artico. La cattedrale è in titanio, a spirale fino alla punta del campanile (alta 47 metri) per riflettere le luci del nord: da maggio ad agosto, grazie al sole di mezzanotte, ad Alta ci sono 24 ore di giorno.

La cattedrale di Alta simboleggia l’aurora boreale e per questo ha una pianta circolare: la forma dell’aurora boreale non è infatti lineare ma circolare perché segue l’orientamento del globo, è appunto circolare. : eterea, transitoria, poetica e bella. Progettata dall’ architetto Schmidt Hammer Lassen, in collaborazione con Arkitektur Link è diventata uno dei simboli della Norvegia. Inaugurata dalla principessa norvegese Mette-Marit  nel 2013,

La cattedrale di Alta

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