Regno del Bhutan, 2006. La modernizzazione è finalmente arrivata. Il Bhutan diventa l’ultimo paese al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, e ora è la volta del cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma gli abitanti del posto non sembrano convinti. In viaggio nelle zone rurali del Bhutan, dove la religione è più popolare della politica, il supervisore elettorale scopre che un anziano Lama sta organizzando una misteriosa cerimonia per il giorno delle elezioni…

Dopo il folgorante debutto alla regia con Lunana: Il villaggio alla fine del mondo – tra i film più amati dal pubblico e richiesti dai festival cinematografici, vincitore di numerosi premi e primo film bhutanese ad ottenere una nomination all’Oscar per il Miglior Film Internazionale – il regista bhutanese Pawo Choyning Dorji torna a raccontare il suo paese in C’ERA UNA VOLTA IN BHUTANnei cinema italiani dal 30 aprile distribuito da Officine UBU, che coglie l’occasione del lancio della nuova data di uscita per svelare il trailer italiano del film.

Chi è Pawo Choyning Dorji?

Pawo Choyning Dorji (regista e sceneggiatore) ha iniziato la sua carriera cinematografica sotto la guida del regista, e famoso Lama buddista, Khyentse Norbu. Pawo ha lavorato come assistente di Norbu per i film Vara: A Blessing (2013) e Hema Hema: Sing me a Song While I Wait (2016). Pawo ha fatto il suo debutto alla regia nel 2019 con Lunana: Il villaggio alla fine del mondo. Il film è stato girato in uno degli insediamenti umani più remoti del mondo, così remoto che la produzione si è affidata a batterie solari e ai pastori di yak locali come cast principale del film. Il film è diventato uno dei più richiesti dai festival cinematografici, vincendo numerosi premi prima di fare la storia, diventando il primo film bhutanese ad ottenere una nomination all’Oscar per il Miglior Film Internazionale alla 94a edizione degli Academy Awards. C’ERA UNA VOLTA IN BHUTANè il secondo lungometraggio di Pawo come sceneggiatore, regista e produttore.

Pawo è il più giovane destinatario dell’Ordine reale del Bhutan. Il 17 dicembre 2022 gli è stato conferito il premio Druk Thuksey (Il figlio del cuore del drago del tuono), dal re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck. Il premio riconosce l’individuo per il servizio distinto alla nazione e il popolo bhutanese.

Il nuovo film di Pawo Choyning Dorji ci porta nel Regno del Bhutan, anno 2006. La modernizzazione è arrivata, e il Paese è l’ultimo al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, ma ora è la volta del cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma il tutto si rivela più difficile del previsto. Nel frattempo, nel villaggio di Ura, un anziano Lama, turbato dai possibili esiti dello straordinario cambiamento che sta per travolgere il paese, ordina a un giovane monaco di procurargli un paio di fucili. Il giovane monaco è perplesso dall’insolita richiesta, ma soprattutto è all’oscuro della misteriosa cerimonia che l’anziano Lama sta organizzando per il giorno delle elezioni…

 Interpretato per la maggior parte dai reali abitanti del villaggio di Ura, C’ERA UNA VOLTA IN BHUTANnarra di un paese e di un popolo in transizione. Mentre il resto del mondo ha abbracciato da tempo la globalizzazione e la democrazia, il Bhutan si è aggrappato ostinatamente alle reti di sicurezza del passato per salvaguardare uno stile di vita unico nel suo genere. Ma anche per il Bhutan è arrivato infine il tempo della modernizzazione: la democrazia non viene introdotta dopo una richiesta o una rivoluzione del popolo, ma per decisione del Re che abdica volontariamente, affinché il Paese possa trovare il suo posto nel mondo, poiché, come riportato nella Costituzione bhutanese, “lo scopo di un governo è quello di fornire felicità al suo popolo, e se un governo non può fornire felicità, non ha motivo di esistere”. Il concetto di Felicità Nazionale Lorda è il principio guida del Bhutan, punto fermo imprescindibile anche in un’epoca di transizione e rinnovamento.

“Con entrambi i film ho cercato di toccare il valore e l’unicità della cultura e delle tradizioni bhutanesi. Il Bhutan è alla ricerca incessante di modernità, istruzione e occidentalizzazione. Molte volte, in questa ricerca, rinunciamo alla nostra cultura e alle nostre tradizioni che ci rendono così unici. Questi valori stanno scomparendo nel Bhutan urbano, e per questo sono andato nel Bhutan rurale per ritrovarli. L’innocenza è un valore e un tema così importante dell’essere bhutanesi e purtroppo in questo cambiamento verso un paese più moderno e più istruito, si sta perdendo, perché sembra che la mente moderna non riesca a distinguere tra “innocenza” e “ignoranza”. Uno dei motivi principali per cui ho voluto raccontare questa storia è perché volevo condividere con il mondo, e ricordare ai miei connazionali bhutanesi, le circostanze uniche che portano all’apertura e alla modernizzazione del Bhutan” – afferma Pawo Choyning Dorji.

C’ERA UNA VOLTA IN BHUTAN arriverà al cinema dal 30 aprile, distribuito da Officine UBU.

FESTIVAL E PREMI

Festa del Cinema di Roma 2023
Premio Speciale della Giuria

Vancouver International Film Festival
Premio del pubblico

Mumbai Film Festival
IMDB Audience Award

Illuminate Film Festival – Santa Barbara
Premio Miglior regista

Tromsø International Film Award
Norwegian Peace Film Award

Toronto International Film Festival

Telluride Film Festival

Palm Springs International Film Festival

28th Busan International Film Festival


Woodstock Film Festival

Philadelphia Film Festival

Leeds International Film Festival

Jogja-Nepac Asian Film Festival

Middleburg Film Festival

Miami Film Festival

Jio Mami Film Festival


COMMENTA