Va in scena dal 26 al 28 aprile all’Altrove Teatro Studio, ALICE, spettacolo scritto e diretto da Alessandra Schiavoni.

 Alice è un intenso dramma che esplora i confini tra vendetta e perdono, mettendo in scena il conflitto tra due donne, due madri. Al centro della storia troviamo Emma, il cui cuore è stato spezzato dalla tragica morte della figlia Alice. Una morte violenta e brutale della quale lei ritiene responsabile il fidanzato Alex. La scena si apre su un luogo che ricorda un magazzino dismesso, claustrofobico e opprimente. Emma ha sequestrato sia il ragazzo che la madre di quest’ultimo, Marta. Convinta che Alex sia colpevole dell’omicidio, intende costringerlo con ogni mezzo ad ammettere la sua colpa.

Nel corso della notte emergono però dubbi sulla teoria di Emma e sull’effettivo coinvolgimento del giovane in quella terribile tragedia. I tre personaggi si scontrano su temi come il senso di giustizia, la ricerca della verità, l’amore e l’educazione dei figli e il desiderio di vendetta ad ogni costo, che può portare a reazioni estreme ed irrazionali nella speranza di attenuare almeno un po’ il dolore per una ferita insanabile. Attraverso flashback, ricordi frammentati e monologhi interiori, il pubblico partecipa ad un violento scontro psicologico, in cui diverse versioni della stessa storia, tutte apparentemente credibili si sovrappongono.

“Con ALICE, il mio quinto testo come autrice teatrale, ho scelto di affrontare il tema del Femminicidio. La storia di Emma, il suo dolore e la sua rabbia rappresentano il dolore e la rabbia di tante persone che si sono trovate ad affrontare una simile tragedia- annota Alessandra Schiavoni.
La piece indaga e pone l’accento sulle conseguenze emotive, psicologiche e sociali che questo tipo di violenza ha sulla vita di coloro che ne sono colpiti, a cominciare naturalmente dalle vittime. 
Lo scontro tra Emma, Marta e Alex porta in scena l’impoverimento ed imbarbarimento della nostra società, ed affronta temi come la maternità, la compassione, il senso di giustizia e la ricerca della verità, nel disperato tentativo di dare un senso ad una tragedia senza senso, di lenire una ferita che è impossibile ricucire“.

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