Tra pendii più dolci di quelli delle vicine Alpi e laghi, tra castelli e bastioni antichi, una bella regione tra le aree tedesca e francofona del Paese oltreconfine. Per un’esperienza slow

L’ultimo sole d’estate accarezza i filari di uva perfettamente inclinati verso il lago di Morat. Siamo nella regione di Friburgo, l’ottavo cantone più grande della Svizzera, dove il mondo sembra rovesciato: a sud le montagne con il clima freddo, a nord i più tiepidi laghi. Ad appena un’ora dalla catena delle Prealpi, nella zona dei tre laghi (Murten, Neuchâtel e Bienne), si apre la medievale cittadina di Morat (in francese, Murten in tedesco).

Silenziosamente distesa su una piccola altura sopra il Lago di Murten, il più piccolo dei tre laghi del Giura svizzero,  Morat è stata fondata 800 anni fa dai duchi di Zähringen. Il suo museo, aperto da aprile a ottobre, ne ripercorrere i seimila anni di storia. Dall’alto dei bastioni medievali – gli unici, in tutta la Svizzera, praticabili come passaggio di ronda – al tramonto si apre uno splendido panorama verso il Mont Vully e il Giura.  Meta di famiglie in vacanza, di coppie che si concedono una cena sul lago con vista sul Mont-Vully, ma anche di sportivi che arrivano da tutta la Svizzera per correre la  famosa Morat-Fribourg, Morat è oggi un luogo che ispira pace e tranquillità. Il lago è praticato per la vela e il windsurf, ma anche per lo sci nautico, il wakeboard, il surfbike, la barca a remi, il  kayak e la pesca sportiva. Due i percorsi da esplorare: sulla ciclabile, il sentiero della palude del Grand-Marais, definito l'”orto della Svizzera” per le sue oltre sessanta varietà di verdure; a piedi, con una camminata di un’ora, il sentiero viticolo del Vully sui cui versanti si producono vini bianchi spumeggianti che si sposano benissimo con i pesci del lago.

Passeggiando tra i vigneti che digradano verso il lago sarà difficile resistere alla tentazione di visitare qualche azienda vinicola a produzione familiare, come Le Petit Chateau dove troverete monsieur Eric che si occupa della vinificazione, sua moglie, Anni, maestra  dell’accoglienza con i suoi dolci fatti in casa e Fabrice, il figlio,  ingegnere enologo, che dal 2009 ha preso il mano l’impresa di famiglia dopo essersi perfezionato in giro per il mondo. Sono vini da degustare sul posto (molti non esportano in Italia) per scoprire, per esempio, un Traminer più secco di quello alsaziano. Per il pranzo, optate per i prodotti locali come la cuchaule (pane allo zafferano) con senape di Bénichon, prosciutto affumicato, stufato di agnello accompagnato delle Pere a Botzi DOP e per dessert la panna doppia della Gruyère o les bricelets. Oppure puntate sui tre formaggi del luogo: il Gruyère DOP, il Vacherin Fribourgeois DOP e la fonduta friburguesa “metà e metà”. Se volete il pesce del lago, un ristorantino che è proprio in riva al   Murten fa per voi: è il Port in Môtier, anche esso a conduzione familiare: ottima base per una sosta culinaria prima di  lasciare la zona dei laghi per andare a visitare la gotica Friburgo, capoluogo e centro economico del cantone

Nella città bassa di Friburgo è interessante esplorare i quartieri Bourg, Auge e Neuveville, intorno al fiume Sarine, con i suggestivi ponticelli in legno e pietra. Da vedere la  cattedrale di San Nicola, l’Église des Cordeliers, chiesa francescana del 1256 e l’Église des Augustins, del XIII secolo. Prendete la funicolare (è stata costruita nel 1899) per andare dal quartiere di Neuveville al centro: è l’unico mezzo di trasporto in Europa la cui forza motrice è fornita dalle acque di rifiuto della città. Ben tremila litri vengono pompati nel sistema della funicolare prima di ogni tragitto. Fondata nel 1157 dal duca Berthold IV of Zähringen, Fribourgo è una città bilingue ricca di eventi culturali dove l’arte, l’università e i ponti uniscono fisicamente e idealmente la realtà linguistica germanica e latina. Friburgo è anche il cuore del Grand Tour of Switzerland, un itinerario di 1600 chilometri che la Svizzera ha presentato in questi giorni alla stampa internazionale: un tour che si sviluppa nelle quattro regioni linguistiche toccando cinque passi alpini, 22 laghi, undici siti patrimonio mondiale Unesco e due biosfere.  Per cena, potete esplorare la cucina delRestaurant Sauvage che si trova nel cuore della città vecchia, in una magnifica dimora del sedicesimo secolo.

Resta da esplorare la terza zona del friburghese: le Prealpi. Da vedere assolutamente è la zona di Gruyere. Nell’immaginario collettivo è associata all’omonimo formaggio (che potete scoprire nella famosa Fromagerie de démonstration, Maison du Gruyère, a Pringy), ma una volta arrivati scoprirete che è molto di più: la cittadina medievale è avvero un gioiellino. Il suo splendido castello, uno dei più famosi della Svizzera, dal XIII secolo racconta otto secoli di architettura, storia e cultura. All’inizio della salita che porta al castello trovate, nello Chalet de Gruyères, una fonduta che merita di essere assaggiata. Nel pomeriggio, trasferimento a Broc per vedere la Maison Cailler che dal 1898 custodisce i segreti del suo famoso cioccolato. Fortemente legata al territorio, lavora con i pastori della regione comprando circa undici milioni di litri di latte per produrre trai 16 e i 18 milioni di chili di cioccolato l’anno (il 60 per cento destinato all’esportazione). Dentro il tempio del cioccolato, nove stanze ne raccontano la storia in modo polisensoriale, dagli Aztechi fino a François-Louis Cailler, fondatore del brand, ma anche Peter, Kohler e Nestlé, tutti pionieri del cioccolato svizzero. Definito il “Chocolate Center of Excellence”,  la Maison Cailler è famosa anche per i  chocolate Workshop che risvegliano talenti artistici (per prenotare).

Prima di lasciare la regione di Friburgo concedetevi qualche ora ai Bains de La Gruyère (http://www. bainsdelagruyere. ch/en): un complesso tutto in vetro e legno, nel cuore del paesaggio prealpino. Tecnicamente non possono essere definite “terme” perché in Svizzera l’acqua mineralizzata per essere definita “termale” deve risultare, già alla sorgente, con una temperatura di venti gradi. Le acque dei Bains de la Gruyère sono si fortemente mineralizzate ma alla sorgente hanno una temperatura che varia tra gli undici e i dodici gradi e vengono poi riscaldate in una centrale a legna che si trova ad Harmey. Per questo, essendo  riscaldate da una sorgente energetica locale e non all’origine, vengono definiti centro termo ludico e non stabilimento termale. E’un’acqua ipotermale ricca di sali minerali, un mondo di benessere  dove galleggiare in serenità mentre lo sguardo viaggia, libero, tra i paesaggi delle Prealpi.

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