Dallo sbalorditivo quartiere Confluence alla Vieux Lyon, una città che scatena la fantasia degli architetti.

Un quartiere ecosostenibile sorto da una vecchia area industriale, trasformata  chiamando a raccolta architetti da mezzo mondo, da Fuksas a Gautrand, a Kengo Kuma e altri ancora. Un modello di città contemporaneo, la cui costruzione procede giorno dopo giorno attraverso una gestione del territorio  pensata in modo globale: habitat, negozi, servizi, spazi di svago, mezzi di trasporto ecologici, salvaguardia dell’ambiente. Siamo a Confluence, il quartiere più trendy di Lione, frequentatissimo dai giovani e vivibile a piedi (nonostante le notevoli dimensioni) grazie alle stazioni “Vélo’v” per il bike-sharing in prossimità delle principali fermate del trasporto pubblico.

La terza città più grande della Francia dopo Parigi e Marsiglia (seconda considerando l’area metropolitana) è comodamente raggiungibile da Milano con il TJV, a prezzi modici. Patrimonio Unesco (per 500 ettari) dal 1998, ha alle spalle un grande passato commerciale favorito dalla posizione alla confluenza tra i due fiumi, dal suo status prima di colonia romana e poi di capitale della Gallia Lugdunense e, secoli dopo, dal Cinquecento, dall’arrivo dei banchieri e dei mercanti fiorentini attirati dalle fiere che si tenevano quattro volte l’anno. Gli architetti si sono sbizzarriti e continuano a farlo: da Soufflot nel XVIII secolo  (Hôtel Dieu e Loggia del Cambio) fino ai giorni nostri.

Passeggiare tra le audaci costruzioni che si susseguono sull’acqua, nei 150 ettari alla confluenza tra Rhône e Saône, è davvero una sorpresa continua. Si cammina a testa in su, tra creatività, spirito d’impresa e voglia di osare: dai 32mila500 metri quadrati del “Monilith” disegnato da MVRDV  e progettato a quattro mani da Pierre Gautier, Manuelle Gautrand, ECDM e Erik van Egeraat, al Cubo arancione di Jakob e Macfarlane con al centro un “buco” rotondo per il passaggio di aria e luce fino all’Ilot B di M. Fuksas, che si affaccia sul porto. Una certa idea del futuro si è concretizzata  dal 2003 in questa parte della città:  sviluppo sostenibile, ecoquartieri, edifici ad energia zero e tecnologia rinnovabile, fanno parte del “quadro di investimenti per il futuro” promosso da Rhône-Alpes Regional Council e dalla French Environment and Energy Management Agency (ADEME), con l’obiettivo di realizzare soluzioni innovative ad energia zero, riqualificando il preesistente. I lavori stanno continuando per l’“îlot P”, il primo quartiere che mira a produrre più energia di quella che utilizza (costruito in legno, vetro e pietra grigia, in collaborazione con la giapponese NEDO, l’agenzia nipponica per l’ambiente e l’energia). L’architetto giapponese che tre anni fa vinse il concorso di progettazione,  Kengo Kuma, ha scelto come nome “Hikari”, che significa “luce”.

Se Confluence ci porta cento anni avanti nella storia, il quartiere Vaise, che già nel VI secolo a.C. era insediamento gallico, ci riporta millenni indietro. La città racconta se stessa: non a caso, nel museo Confluence, aperto a dicembre 2014 e noto come “La nuvola di cristallo”, è ora in corso una mostra sulla storia dell’uomo. Dai quartieri di periferia, Duchère, Mermoz, Rillieux che dagli anni Sessanta raccontano i sacrifici dei rimpatriati dall’Algeria, fino al quartiere della Croix Rousse alle cui pendici si trova l’anfiteatro santuario delle tre province galliche;  dal quartiere rinascimentale della vecchia Lione sino alla “matita” (la torre del  Crédit Lyonnais) di La Part- Dieu, secondo quartiere  affaristico della Francia per arrivare all’Isle d’Abeau, nata negli anni Settanta, Lione è una città che conquista e stupisce.

La zona più antica è segnata da tre edifici religiosi: a sud, Saint-Georges, quartiere di artigiani, al centro Saint-Jean, quartiere aristocratico e a nord il borghese Saint-Paul, centro finanziario e commerciale dove si stabilirono i banchieri e i commercianti italiani. Qui negli anni Sessanta, il piano di recupero dell’allora ministro della cultura André Malraux, fece dell’antica Lione  il primo quartiere della Francia ad avviare un’opera di salvaguardia. Basta passeggiare sulla rue Saint Jean, fino all’omonima piazza per rendersene conto. Dai balconi in legno della più antica casa della vecchia Lione, la Maison Turquet (del 1524), alla più recente, la Maison Mauresque (costruita da Pierre Bossan nel 1845) fino agli antichi hotel, la città vecchia è un piacere da scoprire passo passo, assaporandone profumi e colori.

Il quartiere della Croce Rossa costruito nel XIX secolo su terreni di comunità religiose, ha strade che si trasformano spesso in scale. Qui abitavano gli operai della seta con le loro macchine inventate da Jacquard che richiedevano soffitti alti e molte finestre. Atelier di sete e tessuti attirano turisti da tutta Europa: cercateli nei traboules, passaggi nord sud creati all’interno delle case per facilitare la circolazione delle merci e poi usati per sfuggire ai nazisti. Lione è stata infatti grande centro della Resistenza francese, raccontata nel Museo dell’Hotel Terminus, antica sede della Gestapo.

Altre due zone interessanti da vedere sono il quartiere delle stelle, costruito tra il 74 e l’81 per volontà dell’allora sindaco Camille Vallin che sognava un quartiere popolare di qualità nel centro della città  (370 appartamenti  a forma di stelle, con terrazze e giardini) ed il quartiere dei grattacieli, nati sotto il sindaco Lazare Goujon: 1450 appartamenti, con negozi, l’Hôtel de Ville, il Palais du Travail,iniziato a costruire nel periodo tra il 1924 e il 1934.

A sud di Bellecour si erge l’abbazia di Ainay (che conobbe uno sviluppo importante sino alla Rivoluzione Francese) mentre poco più nord, da Saint Nizier fino ai Terreaux, si apre un quartiere di commercianti.  Sotto Napoleone III, nacquero tra Bellecour et Terreaux grandi assi di comunicazione che modificarono le strade medievali: la rue Victor Hugo, che collega place Bellecour alla stazione di Perrache; la rue  Mercière, con le sue case del XV e XVI secolo, oggi famosa per i ristoranti; la rue de la République, antica strada imperiale, diventata la principale arteria commerciale della città;  l’antica rue Président Edouard Herriot, con le sue boutiques di lusso. Percorretele per respirare la vecchia Lione, armonica città che ha saputo mantenere i piedi nel passato e la testa in un futuro vissuto come concreto presente.

Anna Maria De Luca

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