Un voce che ha incantato il mondo, un uomo che aiutava la sua gente. Così Beniamino Gigli, il grande tenore di tutti i tempi è tornato a far parlare di sé. Dopo anni di diatribe in cui la tomba versava in pessime condizioni per le infiltrazioni di acqua che avevano danneggiato la struttura e gli affreschi all’interno, finalmente l’amministrazione comunale ha restituito alla cittadinanza il monumento funebre della famiglia ideato e realizzato dal fratello di Gigli Catervo. Fu lo stesso Beniamino che intorno al 1930 commissionò l’opera al fratello per dare degna sepoltura ai loro genitori. Catervo Gigli, che si era diplomato in Belle Arti, trasse l’ispirazione dall’arte egizia per far edificare il Mausoleo Funebre.

© Piergiorgio Pirrone

Il monumento ha infatti una forma piramidale a base quadrata ed è interamente realizzato in conci di travertino. Le spoglie dell’artista sono conservate nel sarcofago marmoreo posto di fronte all’ingresso. L’interno è completamente dipinto a tempera a secco dal maestro recanatese Arturo Politi su cartoni del maestro Biagio Biagetti e all’esterno, ai lati del portale, due statue bronzee, realizzate dallo stesso Catervo, raffigurano le virtù teologali: Fede (donna che porta la croce) e Carità (donna con bambino).

© Piergiorgio Pirrone

“Un lavoro eccezionale e una rete di collaborazione senza pari” ha affermato il nipote diretto del tenore che porta orgogliosamente il suo nome. “Con l’amministrazione comunale e l’Associazione Beniamino Gigli di Recanati e di Roma, ma non solo, finalmente abbiamo realizzato un sogno: quello di offrire agli appassionati un luogo dove poter contemplare la bellezza e ricordare il suo Bel Canto”.
Un lungo lavoro condotto dal restauratore Simone Settembri, restauratore delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani, ha consentito il completo recupero.

© Piergiorgio Pirrone

Alla cerimonia di apertura erano presenti: il Sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo; l’Assessore alla Cultura Rita Soccio; il Consigliere Regionale Luca Marconi, il nipote del tenore Beniamino Gigli Jr e il Maestro Luigi Vincenzoni, figlio di una delle sorelle del tenore.
L’Amministrazione Comunale di Recanati ha avviato i lavori nel 2015 di concerto con: la famiglia Gigli, l’Associazione Beniamino Gigli di Recanati, la Associazione Arene Sferisterio, la Regione Marche e con la promozione dello stesso mediante l’istituto Art Bonus – strumento già conosciuto dai recanatesi per il restauro della Torre del Borgo in Piazza Giacomo Leopardi, per il Portale di Sant’Agostino e per il film di Mario Martone “Il giovane favoloso” che grazie a molti imprenditori marchigiani ha raccolto circa 2 milioni di euro.

I lavori hanno riguardato nella prima fase – nelle annualità 2016/2017 – il restauro degli elementi lapidei di rivestimento della piramide, l’esecuzione di opere edili per la regimazione delle acque piovane nonché l’installazione di una specifica apparecchiatura per il controllo dell’umidità di risalita all’interno del monumento.
Successivamente – nell’annualità 2017/2018 – una volta raggiunte le condizioni igrometriche favorevoli si è provveduto ad eseguire la seconda fase del restauro riguardante il recupero degli elementi pittorici presenti all’interno della tomba stessa.
Il costo della prima fase dei lavori è stati di € 56.000,00 mentre quello della seconda fase è pari ad € 12.000,00 per la cifra complessiva di circa € 68.000,00 finanziati nel seguente modo:
– fondi di bilancio comunale per ca € 35.800,00;
– fondi regionali di cui alla LR 16/2015 per € 20.000,00;
– dall’Associazione Arena Sferisterio per € 3.362,80 (somma raccolta durante una serata di beneficenza);
– da Art Bonus per € 9.000,00 di cui da: a) sig. Beniamino Gigli € 3.500,00;
b) Associazione Beniamino Gigli di Recanati € 4.000,00;
c) Frenexport Spa € 1.500,00.
I lavori del restauro lapideo sono stati eseguiti dalla ditta specializzata Alchemy di Fermo.
Il restauro degli elementi pittorici è stato eseguito da restauratori di opere d’arte e di dipinti murari accreditati presso la Soprintendenza e sono: il Dott. Simone Settembri già presentato, la Dott.ssa Elisabetta Vinciguerra dei Musei Vaticani e il Dott. Alfredo Beleggia.

COMMENTA