FRANCESCO PERMUNIAN

STRADARIO SENTIMENTALE DEL LAGO DI GARDA E DEL MONTE BALDO

Fotografie di Pino Mongiello

Con la collaborazione di Fabio Coltri

Prefazione di Andrea Caterini

Pagine 70, Euro: 15,00

In libreria il 26 marzo per OLIGO EDITORE

Questo agile e smilzo Stradario sentimentale illustra e racconta il viaggio compiuto da due amici – Pino Mongiello e Francesco Permunian – i quali, nel corso degli ultimi tre anni, hanno più volte vagabondato lungo i percorsi e i sentieri meno battuti del lago di Garda e del monte Baldo, attardandosi equamente a descrivere e a fotografare sia le colline gardesane che le pendici montebaldine: con delle chiare e forse inevitabili preferenze, quali la strada di San Michele sul versante bresciano e la strada che dalla piana di Caprino Veronese sale fino a Lumini, una frazione di San Zeno di Montagna nella cui scuola elementare prestò servizio, nel corso degli anni Trenta, una giovane maestra di nome Ada Sandri.

«Pur stanco e sfinito a furia di leggere e rileggere questi miei appunti di “viaggio” – è dall’estate scorsa che m’intasano la scrivania – ciò nonostante io mi ostino a riesaminare ancora questo breve Stradario, il quale, malgrado tutti gli sforzi per renderlo meno rapsodico e più razionale, non muta granché la sua natura intimamente svagata e frammentaria.  E quindi oltremodo indigesta, va da sé, ai comuni lettori delle comuni guide turistiche. Trattandosi in questo caso non di un’ordinaria guida in stile Touring Club, bensì di una singolare mappa sentimentale allestita dal sottoscritto lungo le sponde del lago di Garda e sulle pendici del monte Baldo. Da quel consumato (e ormai disincantato) flâneur che m’illudo di essere, nel corso di tali vagabondaggi ho, ovviamente, le mie mete preferite. I miei angoli segreti.  I miei luoghi dell’anima, per così dire, i quali cambiano e variano a seconda delle stagioni. O meglio, a seconda di quanto io stia rimuginando in quel determinato momento, dato che ogni angolo del Garda e del Baldo corrisponde nella mia mente a uno spunto narrativo.  Tutto insomma mi ispira in tale ambiente naturale, in cui io vivo e scrivo da più di quarant’anni. E dal quale peraltro non ho alcuna intenzione di andarmene, visto e considerato che qualunque distacco dalla mia quotidiana “ronda stradale” mi crea soltanto un senso di spaesamento misto a disagio e irritazione

FRANCESCO PERMUNIAN (Cavarzere, 1951) vive a Desenzano sul lago di Garda. Tra i suoi libri ricordiamo: Cronaca di un servo felice (Meridiano Zero 1999), Nel paese delle ceneri (Rizzoli 2003), Ultima favola (Il Saggiatore 2015), Costellazioni del crepuscolo (Il Saggiatore 2017), Sillabario dell’amor crudele (Chiarelettere 2019, Premio Dessì), Il rapido lembo del ridicolo (Italo Svevo 2021) e Per Ponte alle grazie Giorni di collera e di annientamento (2021) ed Elogio dell’aberrazione (2022). Delle sue opere hanno scritto, tra gli altri, Andrea Cortellessa, Andrea Caterini Giulio Ferroni, Salvatore Silvano Nigro, Ermanno Paccagnini. Compare tra i Solitari di Davide Bregola (Oligo 2021).

PINO MONGIELLO (Salò, 1944), cultore di storia benacense, è dedito alla fotografia di paesaggio e di ritratto. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Arturo Carlo Quintavalle, Claudio Cerritelli, Nino Dolfo. Ha ricoperto le seguenti cariche: Sindaco di Salò (1989 – 1994); Presidente Comunità del Garda (1999-2004); Presidente Ateneo di Salò (2000- 2015). Nel 1980 ha dato vita col pittore Attilio Forgioli e col critico Flaminio Gualdoni, alla Civica Raccolta del Disegno di Salò (che collezione opere su carta di artisti del Novecento.

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