Un grande Luca Barbareschi al Teatro Argentina di Roma per la prima di November, del premio Pulitzer David Mamet (in scena al 4 al 16 marzo). Intenso, convincente, emozionante, Barbareschi dà il meglio di sé ed alla fine della serata non manca chi nel pubblico si alza in piedi per applaudire. Ritmo serrato, Barbareschi tiene il palco alla grande. Mai un calo di attenzione in platea, mai un momento di noia in due ore di spettacolo, una macchina comica perfetta in due atti, con cambi di ritmo continui e ripartenze spiazzanti, dove ogni battuta è un colpo ben assestato.

Bravissima in scena anche Chiara Noschese – la ricordate al cinema con “L’albero delle pere” e “Questione di cuore” di Francesca Archibugi, “Condominio” di Felice Farina, “Le donne non vogliono più” di Pino Quartullo, “Bruno aspetta in macchina” di Duccio Camerini, “Io no spik inglish” e “Le barzellette” di Carlo Vanzina – anche regista dello spettacolo: deliziosa, una professionalità che sprizza ad ogni battuta e movimento.

Si vede chiaramente come lei e Barbareschi siano abituati a lavorare insieme. Molto naturali nella loro interrelazione in scena, fluidi, si comprendono al volo. Infatti più volte si sono scambiati i ruoli: in “La grande truffa e Inferno in diretta”, era lei ad essere diretta dalla regia di Luca Barbareschi, a parti invertite. E sempre insieme erano in scena nel 2009 con il testo “Il caso di Alessandro e Maria”, scritto da Giorgio Gaber e Sandro Luporini.

In November, Barbareschi interpreta il Presidente degli Stati Uniti d’America rivelando ombre e luci del potere. Un personaggio che ci riporta alla mente anche qualche politico italiano. La commedia di David Mamet gioca con un umorismo cinico e affilato, tipico dello stile del drammaturgo, che non lascia spazio alla mediocrità.

Quando si è abituati da sempre a vedere in tv o comunque in circolazione nel mondo dello spettacolo alcuni personaggi, come nel caso di Luca Barbareschi, si corre il rischio di non soffermarsi più di tanto a vederne le dimensioni (ha partecipato ad ottanta sceneggiati e a venti varietà). Noi riteniamo invece che il teatro sia il posto per un passaggio di approfondimento per conoscere meglio chi riteniamo già di conoscere perché visto tante volte ma di cui in realtà scopriamo di sapere poco. Tutti sanno che Barbareschi è un attore e che è stato anche in Parlamento dal 2008 al 2013, ma c’è molto di più.

Perché è cosi bravo? Perché ha un importante percorso dietro le spalle. Ha iniziato negli anni Settanta nello Studio Fersen di Roma e poi nel Teatro di Verona come assistente regista di Virginio Puecher nella messa in scena dell’Enrico V. Dopo di che il grande salto: si trasferì a Chicago dove, ancora con Puecher, continuò come aiuto regista nell’opera di Offenbach I racconti di Hoffmann, collaborando anche con la Chicago Lyric Opera Theatre come primo aiuto. A quel punto si trasferì a New York dove lavorò per un anno con Frank Corsaro agli allestimenti del Metropolitan Opera Theatre, per poi frequentare per quattro anni una scuola di recitazione con Lee Strasberg, Nicholas Ray (regista di “Gioventù bruciata”) e Stella Adler. Nel 1983 la sua prima produzione, nel suo (scritto e recitato da lui) “Summertime” (diretto da Massimo Mazzucco), vincitore di alcuni premi ai festival del cinema di Venezia, Sydney, Londra, Annecy e Nizza. Nello stesso anno, ottiene il ruolo di attore protagonista nel film “Un uomo americano” (Son Of A Bitch) di Nino Marino. E decide di tornare a Roma. La storia da qui in poi la conosciamo tutti: teatro, cinema e televisione.

La storia

Ambientata nel novembre dell’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, November segue il presidente uscente Charles Smith, le cui possibilità di rielezione sono minate da un calo dei consensi, da fondi sempre più scarsi e dalla minaccia di una guerra nucleare imminente. Nonostante tutto sembri andare contro di lui, mentre il suo staff ha già gettato la spugna e sua moglie si sta preparando per la sua vita post-Casa Bianca, Chuck non è ancora pronto a mollare. Con una serie di mosse audaci e un evento pubblico inaspettato – il perdono di due tacchini, da graziare dalla macellazione prima del Giorno del Ringraziamento – il presidente tenta di riacquistare la fiducia del pubblico e di salvare la sua carriera.

Un gesto simbolico che, tra l’altro, diventa l’occasione per Smith di rischiare tutto nel tentativo di invertire le sorti della sua campagna elettorale. Scritto nel 2007, nel pieno della grande recessione, November è una satira feroce e divertente, un affresco esilarante di un Paese in crisi, dove il sogno americano diventa la giustificazione per ogni mezzo, anche il più discutibile. La commedia non solo esplora la corruzione e la manipolazione che segnano la politica, ma anche la fragilità di un sistema che, pur di mantenere il potere, è disposto a sacrificare ogni principio morale. Un’occasione imperdibile per vivere una commedia che non solo fa ridere, ma che lascia anche uno spunto di riflessione sul mondo in cui viviamo. Un’esperienza teatrale unica, che unisce intrattenimento e satira sociale in un mix vincente.

Racconta Chiara Noschese: “Dirigere November è stato come trovarsi di fronte a una partitura musicale: andanti, moderati, allegrissimi, cambi di ritmo, ripartenze spiazzanti, dialoghi asciutti e spudorati cuciti da una dinamica impetuosa e travolgente. Io sono da sempre innamorata di David Mamet, lo spessore dei suoi personaggi è nelle battute stesse, non serve cercare una psicologia perché il percorso di tutti i ruoli è chiaro, netto e preciso, ognuno con le proprie urgenze, nessuno ha torto, tutti legati indissolubilmente dalla comune necessità di salvarsi e dare un senso alla propria vita. November è come un circo a tre piste dove tutto è lecito pur di continuare ad avere potere e soldi. Il protagonista, il Presidente Charles Smith, è un equilibrista di professione, feroce ma buffo, vulnerabile e capriccioso, tenero e impietoso, al centro di quel circo di spudorata venalità, dove tutto è concesso. Così l’ho immaginato e così ho cercato di restituirlo, affidandomi al testo e tutelandone il significato e il graffio narrativo. Mi ritengo privilegiata di aver avuto la possibilità di dirigere un testo di Mamet e questi straordinari attori, ho avuto la sensazione di essere alla guida di un’elegantissima e potente fuoriserie, con il vento tra i capelli, a duecento chilometri orari, ed è stato un viaggio bellissimo…”

Anna Maria De Luca

Le date della tournée

22 – 23 febbraio al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno

25 febbraio Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio

27 – 28 febbraio Teatro Era di Pontedera

1° marzo Teatro Rossella Falk di Tarquinia

2 marzo Teatro Comunale di Atri

4 – 16 marzo Teatro Argentina di Roma debutto nazionale

29 marzo Teatro Valentino Garavani di Voghera

30 marzo Teatro del Casinò di Sanremo

1° – 6 aprile Teatro della Pergola di Firenze

10 – 13 aprile Teatro Comunale di Treviso

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